ritoccare
v. tr. [comp. di ri- e toccare] (io ritócco, tu ritócchi, ecc.; part. pass. ritoccato e, nell’uso ant. e tosc., anche ritócco). – 1. a. Toccare di nuovo: toccatolo con più forza e sentendo che egli non si movea, dopo più ritoccarlo cognobbe che egli era morto (Boccaccio); guai a te se ritocchi le mie carte personali; mi è ritoccato ascoltare le sue proteste. b. ant., fig. Importunare con rinnovate, insistenti richieste: Rinaldo pure Orlando ritoccava Che si dovessi con ogni supplicio Uccider Gan (Pulci). 2. Toccare chi ci ha toccato: quando uno gli avesse detto: «Il tale è morto», e avesselo ritocco con la mano, subito volea r. lui (Sacchetti). 3. fig. Di opere d’arte, e quindi, per estens., di componimenti letterarî, e di ogni lavoro in genere, tornarvi su per aggiungere o togliere qualcosa, allo scopo di correggere, migliorare, o anche semplicemente mutare: r. un quadro, un affresco, una scultura; r. una fotografia, sottoporla all’operazione di ritocco (v. ritocco2, n. 2 a e b); r. una poesia, un romanzo, una relazione; e anche r. un testamento, un contratto, cambiarne alcune clausole; r. i prezzi, le aliquote d’imposta, in economia e in finanza, sinon. eufem. di aumentare. In partic., riparare lievi deterioramenti (scrostature, scalfitture) prodottisi su una parete, sulla superficie di un mobile o di altri oggetti: bisogna r. un po’ la verniciatura di questa stanza; r. l’intonaco di una facciata. Con riferimento a operazioni di cosmetica: ritoccarsi le labbra, le ciglia, ecc., darsi o correggere il trucco delle labbra, delle ciglia; con riferimento a operazioni di chirurgia estetica: si è fatta ritoccare il naso, il seno. 4. Nel rifl., ritoccarsi, di cavalli, muli, ecc., che camminando o trottando battono i piedi di dietro con quelli davanti. Anche, più raram., di persone che camminano battendo i malleoli (o i ginocchi) l’uno contro l’altro.