ritrarre
(non com. retrarre) v. tr. [lat. retrahĕre «tirare indietro», comp. di re- e trahĕre «trarre, tirare»] (coniug. come trarre). – 1. a. Trarre indietro o tirare via: ritrasse lo sguardo da quell’atroce vista; ritrasse la mano, il piede con orrore (v. anche retrarre). Con compl. di persona, in usi letter. o elevati: Qui l’ tira Amor, quinci il ritrae vergogna (Poliziano); e, con sign. più esplicitamente fig., allontanare, distogliere da un pericolo o da un errore: Da mille atti inonesti l’ho ritratto (Petrarca); r. qualcuno dalla rovina, dal vizio, da una opinione sbagliata, da un proposito irrealizzabile. b. rifl. Farsi, tirarsi indietro: l’ombra sorrise e si ritrasse (Dante); se non si fosse ritratto in tempo, l’autocarro lo avrebbe investito; più spesso fig., ritirarsi, cioè non voler più fare una cosa, mutare pensiero e proposito, o rifiutarsi di compiere un’azione: ritrarsi da un impegno, da un’impresa difficile; non potendo con suo onore ritrarsi da far quello che comandavan le leggi (Boccaccio). In usi ant. o letter., raccogliersi, ricoverarsi: Però sarrebbe da ritrarsi in porto Mentre al governo ancor crede la vela (Petrarca); ridursi, limitarsi: io lasciai la quistione e mi ritrassi A dimandarla umilmente chi fue (Dante). 2. a. Trarre fuori, estrarre. Raro in senso proprio: come vespa che ritragge l’ago (Dante), ritira indietro il pungiglione, dopo che ha punto; è più com. nei sign. estens. e fig. di ricavare, ottenere: r. guadagno, r. i mezzi di vita da un’attività; r. giovamento da una cura; non ne ha ritratto alcun vantaggio, alcun utile; anche, r. esempio, r. ammaestramento da qualche fatto; r. un’impressione, un convincimento. b. ant. o letter. Venire a sapere, apprendere: ho pensato, per essermi tale scrittura nuova, ... che sarà più espediente che io... vi riferisca quello che avrò ritratto (Galilei); entro la nube Dissimulando se ne stero e cheti, Per ritrar che seguisse (Caro). 3. Trarre copia o immagine fedele. In questo senso è solo dell’uso ant.: r. un disegno dal quadro di un pittore; r. le tele, le sculture dei grandi maestri per esercitarsi nell’arte. Com. invece nel senso più generale di riprodurre, rappresentare, per lo più dal vero, sia in fotografia, sia in opere figurative, sia, per estens., in opere letterarie, teatrali, cinematografiche e radiotelevisive: r. una persona, un profilo, una scena, un ambiente, un paesaggio; r. fedelmente, al naturale (ant., anche dal naturale o di naturale), al (o dal) vivo; in un angolo dell’affresco, il pittore ha ritratto sé stesso in costume dell’epoca; nel rifl., farsi l’autoritratto: l’artista, in quel quadro, s’è ritratto di profilo. Con senso più generico, rappresentare narrando, descrivere a parole: r. in versi, in prosa; talora usato intransitivamente: Io non posso ritrar di tutti a pieno (Dante). Per estens., esprimere: il suo stile ritrae limpidamente i concetti; riferire: r. con esattezza lo svolgimento dei fatti; voi potete andarne E ritrarre a color che vi mandaro Che ’l corpo di costui è vera carne (Dante). 4. intr. (aus. avere), non com. Trarre somiglianza, somigliare: Spesso dal padre il figlio non ritrae (Pindemonte); la scheggia ritrae dal ceppo (prov. tosc.), il figlio, o il discendente, prende dal padre o dalla madre, o dalla famiglia. 5. ant. a. Indurre: con false lusinghe gli uomini gentili alle cose vili e scellerate ritrarre (Boccaccio). b. Riesportare una mercanzia dal luogo dove poco prima era stata introdotta. ◆ Part. pass. ritratto, anche come s. m. (v. la voce).