riuscita
(ant. o pop. riescita) s. f. [der. di riuscire]. – 1. non com. Uscita, sbocco in un luogo: l’appartamento ha una r. sul cortile; la stradicciola non aveva r., era senza riuscita. 2. fig. a. ant. o letter. Fine, conclusione: non mi vergognerò io di dire una novella, la quale, ancora che miserie maggiori in sé contenga, non per ciò abbia così splendida riuscita (Boccaccio). b. L’effetto buono o cattivo, l’esito, il risultato che, alla prova dei fatti, ha un’operazione qualsiasi: esamina il primo carro, il secondo, il terzo, e via discorrendo, sempre con la stessa riuscita (Manzoni); siate loro riconoscenti delle buone intenzioni, ma diffidate della riescita (Mazzini); il tuo tentativo non ha avuto una buona r.; il piano mi sembra buono, ma bisognerà aspettare la r. per giudicare; le trattative hanno avuto piena r.; non spero affatto nella r. dell’esperimento, di questa iniziativa. Riferito a prodotti commerciali, indica la bontà effettiva, la resistenza all’uso, la durata, in quanto siano sperimentati praticamente: la stoffa del mio cappotto ha avuto, o ha fatto, una cattiva, misera, pessima r., o una buona, un’ottima r.; la nuova lavatrice non mi ha fatto una buona r.; usato assol., per indicare una buona riuscita: queste scarpe dovrebbero farti r., dovrebbero risultare buone e resistenti. Di persone, indica soprattutto il successo (negli studî, nella professione, ecc.): è un ragazzo che promette di fare buona r. (o più semplicem., che promette buona r.); il segreto della r. nella vita.