riverberare
v. tr. [dal lat. reverberare «ripercuotere», comp. di re- e verberare «battere, percuotere» (der. di verber -ĕris «percossa»)] (io rivèrbero, ecc.). – 1. Ripercuotere, riflettere la luce, o, per analogia, il calore e anche il suono; quindi, mandare luce, o calore, o suono riflesso: i vetri delle finestre riverberavano i raggi del sole cadente; la luce riverberata dallo specchio lo colpiva fastidiosamente negli occhi; il muro di fronte riverbera tutto il calore sulla nostra casa; gli squilli di tromba erano riverberati dalle colline circostanti; meno com. con uso intr.: la luna riverbera sulle impannate (Pratolini); rimase lungo disteso sulla roccia, in quel sole che riverberava da tutte le parti (I. Calvino). 2. intr. pron. Della luce, ecc., ripercuotersi, riflettersi: dalla superficie del lago si riverberava lo splendore abbagliante del sole; il lampione di un fiacre che si riverberava sull’invetriata del vestibolo (Verga); un calore insopportabile si riverbera dall’asfalto della strada. In senso fig., di cose astratte che ammettono la metafora della luce, venire di riflesso, ricadere: lo splendore del suo successo si riverbera su tutta la famiglia. ◆ Part. pres. riverberante, anche come agg., in acustica, riferito ad ambiente il cui tempo di riverberazione è abbastanza lungo.