robusto
agg. [dal lat. robustus, der. di robur (ant. robus) «forza»]. – 1. a. Di persona, forte, vigoroso, gagliardo nel fisico: era frate Alberto bell’uomo del corpo e r. (Boccaccio); per quel duro lavoro scelse gli operai più r.; un bambino sano e r.; certificato di sana e r. costituzione fisica, richiesto per particolari impieghi, per l’ammissione a concorsi in pubblici uffici, ecc.; con riferimento a singole parti o facoltà del corpo: braccia, gambe, spalle r.; muscoli r.; voce r., forte e sonora; con valore eufem., di corporatura piuttosto grossa, detto spec. di donne: una signora, una ragazza r., e taglie r. (più com. taglie forti), nelle confezioni di vestiti. Riferito ad animali: un cane, un cavallo, un bue r.; e a piante, soprattutto ad alberi dotati di salde radici e di fusto solido e grosso: Con men di resistenza si dibarba Robusto cerro (Dante); un bosco di r. querce; tronco, ramo robusto. b. Di cose, solido, difficile a piegarsi o a rompersi: muro, edificio, ponte r.; palo, bastone r.; spranga, catena, corda r.; in usi fig.: vino r., che ha corpo e pienezza di sapore, e notevole gradazione alcolica; pranzo r., sostanzioso e abbondante. 2. fig. Di facoltà e atteggiamenti intellettuali e spirituali, saldo, costante, attivo: fede, virtù r.; memoria r.; ingegno robusto. Nel linguaggio critico, stile r., efficace, icastico; ritmo r., vigorosamente scandito. Di altre cose, grande, forte, in tono per lo più scherz.: con quel freddo asciutto ..., era venuta a tutti una fame r. (Bacchelli). ◆ Avv. robustaménte, in modo robusto, con robustezza: un ragazzo robustamente piantato.