rocchetto2
rocchétto2 s. m. [der. di rócca]. – 1. a. Cilindro (di legno di betulla o di ontano) su cui sono avvolti i filati comuni per cucire, munito di un foro che permette di montarlo sull’apposito alloggiamento delle cucitrici: il cilindro nel quale è avvolto il filo termina in alto e in basso con due bordi sporgenti, generalmente sagomati secondo un angolo di 45 gradi. b. Nell’industria tessile, particolare confezione, tipica dei filati di seta e dei filamenti continui di tecnofibre, costituita da un avvolgimento a spire parallele su supporto provvisto di flange alle due estremità. c. Tacco a r., tacco delle calzature femminili la cui forma presenta alla base d’appoggio la stessa larghezza della parte attaccata alla scarpa. 2. estens. Arnese per usi varî di forma simile al rocchetto per filati. In partic.: a. Nella tecnica cinematografica, meccanismo per arrotolare la pellicola grezza o già fissata, consistente in un’anima (detta jack) corredata di due dischi laterali mobili, uno dei quali è staccabile per permettere di togliere l’intero rotolo dalla bobina. b. Nella scenotecnica, nome delle piccole carrucole di legno disposte in corrispondenza degli spazî vuoti delle graticce, per tiri secondarî e leggeri o per quelli delle corde cui sono appesi gli scenarî. c. In meccanica, ruota dentata con piccolo numero di denti, generalmente il minimo compatibile con il tipo di dentatura adottato. d. In elettrotecnica, termine con cui in passato si indicava la bobina, ancora oggi usato con riferimento ad alcuni dispositivi. In partic., r. di Ruhmkorff 〈rùumkorf〉 (dal nome del fisico tedesco H. D. Ruhmkorff, 1803-1877), o r. d’induzione, apparecchio per generare tensioni impulsive molto elevate, costituito da un nucleo cilindrico di sottili fili di ferro dolce su cui, debitamente isolati da esso e fra loro, sono avvolti concentricamente due avvolgimenti, dei quali uno (detto primario) di poche spire di filo relativamente grosso e l’altro (detto secondario) di molte migliaia di spire di filo sottilissimo: una corrente impulsiva fatta passare nel primo avvolgimento genera per induzione, ai capi del secondo, una tensione relativamente elevata, capace di provocare una scarica elettrica tra due elettrodi (detti anche poli del r.) connessi ai capi stessi.