rodio3
ròdio3 s. m. [lat. scient. Rhodium, der. del gr. ῥόδον «ròsa», così denominato (1803) dal suo scopritore, il chimico ingl. W. H. Wollaston, per il colore roseo delle soluzioni diluite di molti suoi sali]. – Elemento chimico, di simbolo Rh, numero atomico 45, peso atomico 102,91, presente allo stato libero in natura, assieme ad altri metalli del gruppo del platino, in alcune sabbie aurifere, e come composto, in piccola percentuale, in minerali diversi. Si presenta come un metallo bianco, duttile, che si ottiene dai residui della lavorazione del platino e si usa come catalizzatore, nella preparazione di leghe che si preferiscono al platino per i dispositivi (termocoppie, resistori per forni, ecc.) che debbano essere esposti a temperature elevate, nella fabbricazione di specchi molto riflettenti, ecc. Tra i composti, i più importanti sono quelli del rodio trivalente, quali l’ossido, il cloruro, il solfuro e molti sali complessi.