rorare
v. tr. [dal lat. rorare, der. di ros roris «rugiada»] (io ròro, ecc.), poet., raro. – Irrorare, bagnare di rugiada, o come di rugiada: la vaga opra fatale Rorò d’ambrosia (Foscolo). In senso fig., ristorare, ravvivare (come la rugiada ravviva le erbe): E roratelo alquanto: voi bevete Sempre del fonte onde vien quel ch’ei pensa (Dante, Par. XXIV, 8: sono parole di Beatrice che chiede ai beati di aspergere Dante con le stille della sapienza che essi attingono al fonte divino). ◆ Part. pres. rorante, anche come agg., poet., rugiadoso, stillante, lagrimoso: gli occhi madidi e roranti (Lorenzo de’ Medici).