rotondo
rotóndo (ant. ritóndo) agg. e s. m. [lat. rotŭndus, der. di rota «ruota»]. – 1. agg. Che ha forma circolare, cilindrica, sferica, esatta o più o meno approssimativa: figura, macchia, piazza, stanza r.; anello, tronco, vaso, ciottolo r.; pozzo, foro r.; la Terra è r.; arance r., una palla perfettamente r. (in questo senso è più pop., ma non più com., tondo). Più genericam., di figure o di oggetti limitati parzialmente da linee curve o superfici rotonde, soprattutto di parti del corpo: viso, mento, collo r.; guance r.; occhi r. (ma più pop. e più com. tondo e tondeggiante). In senso proprio e anche fig., in locuz. particolari: a. In anatomia, muscolo grande r. e muscolo piccolo r., muscoli della spalla che si inseriscono con un estremo sulla scapola e con l’altro sulla porzione prossimale dell’omero: la loro funzione è, rispettivamente, quella di addurre dorsalmente il braccio, sollevando anche la scapola, e di ruotare l’omero all’esterno. b. Nel linguaggio marin. ant., nave r., nave da carico di forme piene e tondeggianti; vela r., sinon. di vela a sacco. c. Scrittura r., la scrittura formata da lettere di giusta proporzione tra altezza e larghezza e a tratteggiamento diritto, con l’asse delle aste e delle curve perpendicolare alla linea base. Fra le scritture r. tardoantiche e medievali si distinguono l’onciale, la minuscola carolina, l’umanistica libraria o diritta e l’insulare maiuscola; nella calligrafia moderna si dice scrittura r. il tipo che prosegue le forme della scrittura umanistica. d. Tavola r., genericam., tavola da pranzo o da salotto di forma circolare; per accezioni partic. della locuz., v. tavola, n. 2 c. e. Vino r., di sapore morbido e pieno per la moderata acidità, per l’equilibrato contenuto di zuccheri e per la ricchezza di glicerina. f. Periodo r., costruito artificiosamente in modo simmetrico, con clausole ritmiche, in modo da creare effetti di sonorità. g. Forma non com. per tondo nelle espressioni numero r., numero intero, senza frazioni o decimali, e una somma r., fare cifra r., arrotondata. h. In matematica, superficie r. (o di rotazione, o di rivoluzione), superficie generata dal moto rotatorio rigido di una linea intorno a una retta fissa (detta asse della superficie r. o asse di rotazione); solido r., o di rotazione, la parte dello spazio descritta da una superficie piana che ruota rigidamente intorno a un asse. 2. s. m. Parte di un complesso, struttura o elemento di forma rotonda o rotondeggiante. In partic.: a. In legatoria, la curvatura concava che, mediante opportuna compressione, si produce nel taglio anteriore di un libro e la conseguente curvatura convessa prodotta nel dorso. b. Rotondo di poppa, l’estremità posteriore di uno scafo con poppa di forma quasi semicircolare, cioè non quadra. c. Mal del r. o marciume ad anello rosso, malattia delle piante dovuta a un fungo, Fomes annosus, che attacca la base del tronco e le radici provocando il disfacimento degli elementi legnosi per cui il legno assume da principio una colorazione violacea, che poi imbrunisce; questa malattia provoca talora danni molto gravi alle conifere in America e nell’Europa settentrionale. ◆ Dim. rotondèllo (raro), e rotondétto, riferito per lo più a donne di non alta statura e con forme pronunciate ma armoniose: una ragazza rotondetta. ◆ Avv. rotondaménte, raro, con una forma o linea rotonda o rotondeggiante; in senso fig., francamente, in modo chiaro e deciso: il direttore gli ha detto rotondamente che era uno sprovveduto e che al prossimo errore l’avrebbe licenziato (v. anche la locuzione lat. ore rotundo).