s. f. Sentimento di paura e di ostilità verso il popolo, la politica e la cultura russa. ♦ Per la rinascita della Russia, 1500 persone si sono radunate ieri sotto la torre televisiva di Ostankino, a Mosca, chiamate dalle organizzazioni slavofile e ultrarusse e dai nuovi Fronti uniti dei lavoratori, che si muovono come vere e proprie lobby moderate in vista delle elezioni. Canti, grida, critiche ai giornali e alla televisione che propagandano la russofobia attraverso il Paese, ma anche appelli apertamente nazionalisti com'è costretta ad ammettere la Tass e una pubblica denuncia dell'inquietudine popolare per la difficile situazione economica, politica e sociale, per finire con l'immancabile striscione che chiede la cacciata dal Politbjuro di Aleksander Yakovlev, uno dei più convinti sostenitori della perestrojka e di Gorbaciov. (Ezio Mauro, Repubblica, 28 gennaio 1990, p. 14, Politica estera) • La russofobia dei finlandesi data da molto tempo, causata anche dal fatto che la Finlandia fu parte dell'impero zarista per più di cento anni. Alle elezioni Europee del 7 giugno notevole successo ha riscontrato presso gli elettori la lista del Perussuomalaiset (Veri finlandesi) che ha raggiunto il 9,8%. Nel 2004 aveva lo 0,5%. Il programma elettorale era impostato su due punti: lotta all'immigrazione e alla Russia. Il leader del partito, Timo Soini, ha ottenuto ben 130.000 preferenze, nuovo record per le Europee. Gli scontri (anche se solo tra tifosi) tra finnnici e russi, inoltre, si possono inquadrare anche nel fatto che nel Paese dei mille laghi prende sempre più piede l'idea di farsi dare indietro dalla Russia la Carelia, ceduta all'Urss dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale. (Paolo Torretta, Corriere della sera.it, 11 giugno 2009, Esteri) • L’argomento usato da Mosca per occupare la Crimea – la difesa delle popolazioni russe contro le azioni di un governo illegittimo – rappresenta un possibile precedente anche per l’Ucraina orientale. Il governo di Kiev difende la sovranità del paese, ma al tempo stesso alimenta la russofobia e il nazionalismo. Il fallimento dei colloqui tra Kerry e Lavrov a Londra non promette nulla di buono. L’interrogativo numero uno è ovviamente fino a dove Putin intenda spingersi e quale sia l’interpretazione dell’interesse russo prevalente a Mosca. (Umberto De Giovannangeli, Unità, 17 marzo 2014, p. 3) • [tit.] Guy Mettan: Russofobia, Mille anni di diffidenza [testo] L’autore, giornalista, storico e politico svizzero, in questo saggio descrive il percorso storico della russofobia, partendo da Carlo Magno per arrivare ai giorni nostri, con l’intento di smontare il castello di pregiudizi su cui essa si fonda. (Avioblog.it, 20 dicembre 2017, Notizie Italia) • Non è di anno in anno che si apprezza la bellezza di un albero. Ma la stupidità della cronaca è giunta fin qui, nella forma di una russofobia tanto assurda quanto pericolosa. E se lo è quando condanna un grande scrittore, ancora peggio è quando l’ostracismo colpisce il regno vegetale. Il premio di quest’anno per l’albero più bello d’Europa è andato alla Polonia, e niente da dire. Solo che ha vinto semplicemente perché la Russia, col suo verde candidato, è stata squalificata. E a farne le spese, follia nella follia, è stato non un albero qualsiasi, ma la maestosa “quercia di Turgenev”, piantata 198 anni fa dal grande scrittore russo e che da allora non si è mai mossa di lì: gli alberi non invadono nessuno, no? (Maurizio Crippa, Foglio, 26-27 marzo 2022, Prima pagina).
Composto dal s. m. e agg. russo e dal confisso -fobia.
Già attestato nella «Gazzetta piemontese» del 23 agosto 1876: «Le ferite, dice il Treitschke, che una sterile orda asiatica inflisse alla civiltà cristiana, oggi, dopo cinque secoli, sono ancora aperte, come se fossero state fatte ieri. E non si rimargineranno mai finché l'Europa possederà uomini liberi e coraggiosi, che, non tocchi dalla russofobia o dal canto degl'Inglesi, osino chiamare col proprio nome l'ingiustizia storica». La parola è attestata nei giornali nel corso del Novecento fino a oggi.