ruta
s. f. [lat. rūta, che è prob. dal gr. ῥυτή]. – 1. In botanica, genere della famiglia rutacee, diffuso con una sessantina di specie dal Mediterraneo all’Asia occid., di cui 5 in Italia. La specie più nota (Ruta graveolens), che ha lo stesso nome, è un suffrutice spontaneo, spesso coltivato negli orti e inselvatichito, emanante un odore forte e sgradevole, alto fino a 1 m, con foglie bipennatosette, glauche, con ghiandole oleifere, e fiori gialli; la pianta intera e le foglie sono usate in medicina (come emmenagogo e antispastico intestinale) e in liquoreria (grappa alla r.), al pari dell’essenza che se ne ricava, vischiosa, fluorescente, di odore acre e sapore amaro, che in dosi elevate risulta tossica. R. sfrangiata, altra specie, appartenente allo stesso genere (Ruta chalepensis), del pari spontanea in Italia e coltivata negli orti, che può sostituire la ruta in tutte le sue applicazioni. 2. Nome di due piante appartenenti ad altri generi: a. R. caprina (lat. scient. Hypericum hircinum), arbusto con rami provvisti di 4 linee sporgenti, foglie ellittiche, fiori profumati a petali gialli, che emana un forte odore caprino; cresce nei luoghi ombrosi della regione mediterranea ed è anche coltivato nei giardini. b. R. da muro, piccola felce perenne (Asplenium ruta-muraria), con breve rizoma e un ciuffo di foglie bipennatosette, comune nelle fessure delle rocce e dei muri in tutta l’Europa, Asia e Africa boreale, un tempo usata come medicinale. 3. In araldica, corona di ruta, sinon. di crancelino (ted. Rautenkränzlein, comp. di Raute «ruta» e Kränzlein «coroncina»).