saccheggio
sacchéggio s. m. [der. di saccheggiare]. – 1. a. L’azione di saccheggiare, il fatto di essere saccheggiato: ottenuta la vittoria, i soldati si abbandonarono al s. di città e villaggi; dopo il s., i pirati affondarono la nave; più che dalle paghe, erano ... attirati a quel mestiere dalle speranze del s. (Manzoni); per estens., furto, rapina, depredazione: nella zona colpita dal terremoto, le forze dell’ordine vigilano per impedire il s. delle case abbandonate. Sotto l’aspetto giur., il saccheggio è considerato nel diritto penale (assieme alla devastazione, cui è strettamente imparentato) come un delitto contro l’ordine pubblico o, nel caso in cui sia commesso con finalità eversive, come delitto contro la personalità dello stato, punibile con l’ergastolo; nel diritto internazionale, è definito come l’appropriazione collettiva e violenta della proprietà privata nemica, effettuata da militari di uno stato belligerante in occasione di un’operazione di guerra: ritenuto, fino alla fine del 19° sec., lecito ancorché riprovevole, successivamente è stato esplicitamente ripudiato da diverse convenzioni internazionali e attualmente è imputato come crimine di guerra al militare che lo commette e come illecito internazionale allo stato di bandiera. b. In senso fig., appropriazione abusiva di qualche cosa, specialm. non materiale: s. di idee, di teorie, di opere altrui. 2. Per analogia, s. delle api, aggressione compiuta dalle api a danno di alveari vicini, che si verifica più facilmente quando il nettare scarseggia e quando le api sono stimolate dall’odore di miele lasciato all’aperto.