sacerdote
sacerdòte s. m. (f. sacerdotessa, v.) [dal lat. sacerdos -otis, comp. di sacer «sacro» e della radice *dhe- di facĕre «fare»]. – 1. a. Il ministro del culto, nelle varie religioni: i s. pagani; i s. egiziani, assiri (cioè dell’antica religione egiziana, assira); un s. buddista. Con opportune determinazioni: s. di Zeus, di Apollo, di Iside, in quanto nelle religioni pagane antiche il sacerdote era per lo più consacrato a un particolare culto; nell’antico ebraismo, sommo s. (o anche gran s., principe dei s.), il capo di tutti i sacerdoti e di tutto il popolo (anche se la sovranità politica poteva essere esercitata da altre persone), cui spettava il privilegio di portare le insegne regali e di penetrare annualmente nel Sancta Sanctorum del tempio per procedere alla purificazione del tempio stesso mediante il rito del capro espiatorio. b. Nell’uso com., senza alcuna specificazione, il ministro del culto cattolico, cioè chi ha ricevuto il sacramento dell’Ordine e ha la potestà spirituale di amministrare i sacramenti e predicare la parola di Dio (sinon. più solenne di prete): la vocazione, la missione del s.; essere ordinato, o consacrato, s.; il s. si avvia all’altare; sommo s., non com., il papa. 2. fig. Chi esercita un’attività, una funzione o una professione di alto valore umano e sociale con dedizione e zelo particolari, quasi fosse una missione religiosa: s. della scienza, dell’arte, del vero; i s. di Temi (dea della giustizia), i magistrati; i s. di Esculapio (dio della medicina presso i Romani, corrispondente al dio greco Asclepio), i medici; e senza tomba giace il tuo Sacerdote, o Talia (Foscolo, con riferimento a Parini, cultore di Talia, musa della poesia satirica). ◆ Nella lingua letter., sul modello del lat. sacerdos, si è usato sacerdote anche come femm., la sacerdote, per sacerdotessa.