sacrificare
(ant. o region. sagrificare) v. tr. [dal lat. sacrificare, comp. di sacrum «rito sacro» e -ficare, dal tema di facĕre «fare»] (io sacrìfico, tu sacrìfichi, ecc.). – 1. a. Nelle religioni pagane, celebrare solennemente un rito sacrificale, offrire un sacrificio, generalmente cruento, a una o più divinità: s. animali, vittime umane. Anche assol.: s. a Diana; s. agli dèi inferi. b. Con uso assol., non com., celebrare la messa, cioè il sacrificio del corpo e del sangue di Cristo: sacrificò dunque la mattina appresso Fra Baldassare (P. S. Pallavicino). c. Per estens., assol., dimostrare apertamente, e anche ostentatamente, devozione e ammirazione per un valore ideale, o attaccamento e dedizione a un proposito: s. alla bellezza; a ogni occasione sacrificano alla pace e preparano segretamente la guerra. 2. fig. a. Immolare, offrire in sacrificio la propria vita o un proprio interesse morale e materiale per il bene della patria, della società o di altri, per una fede o un ideale, o anche trascurare le proprie esigenze, i proprî interessi materiali e morali a vantaggio altrui: s. sé stessi, gli affetti più cari per la libertà del proprio paese; s. la carriera per la famiglia; una ragazza che ha sacrificato la propria giovinezza per dedicarsi al recupero dei tossicodipendenti. Anche rifl.: molti patrioti si sono sacrificati per la patria; una madre che si è sempre sacrificata per i figli. b. Rinunciare a un utile o a un diritto, a una cosa desiderata o a uno svago, per uno scopo o un interesse diverso, a favore proprio o di altri: per finire in tempo il lavoro ho dovuto s. la domenica; sacrifico volentieri due ore di sonno per tenerti compagnia fino alla tua partenza; la libertà sua e l’onore vilmente sacrifica alla potenza di pochi (Alfieri). Con altro sign., eliminare, o anche ridurre, rimpicciolire: per mancanza di spazio sono stato costretto a s. la parte finale dell’articolo; per allargare il soggiorno ho dovuto s. l’ingresso. Comune anche come rifl.: resta pure a divertirti, non ti sacrificare per me; non vorrei sacrificarvi, costringervi a fare un sacrificio. c. Nel gioco degli scacchi, effettuare un sacrificio (v.): s. un cavallo, la donna, due pedoni. d. Danneggiare, limitare le possibilità e le aspirazioni di una persona, costringendola a una sistemazione diversa da quella desiderata e meritata: è veramente un peccato s. quel ragazzo non facendolo proseguire negli studî; pensa solo al lavoro, sta sacrificando la propria famiglia; il pensiero di sacrificare una figlia a mire interessate avrebbe fatto ribrezzo (Manzoni). Con riferimento a cose (ma anche a persone), non valorizzarle, cioè impiegarle o utilizzarle in modo inadeguato al valore e alle possibilità di rendimento: non mettete quel bel mobile in un angolo, lo sacrificate. ◆ Part. pres. sacrificante, anche come agg. e sost., solo nel sign. religioso, che o chi compie (o celebra) il sacrificio: il sacerdote sacrificante o il sacrificante. ◆ Part. pass. sacrificato, anche come agg., in senso fig., pieno di sacrifici, di rinunce, di privazioni: fare una vita sacrificata; o danneggiato, limitato come capacità e possibilità, come aspirazioni e diritti, non valorizzato: un attore sacrificato in un ruolo secondario; è una stanza sacrificata; o di chi si trova in condizione di disagio materiale per mancanza di spazio, di comodità e sim.: in questo appartamento siamo (o stiamo) un po’ sacrificati. Anche come s. m. (f. -a), persona costretta a gravissime rinunce materiali e morali: con quella pesante situazione familiare è veramente un sacrificato.