saddamita
s. m. e f. e agg. Sostenitore di Saddam Hussein; di Saddam Hussein. ◆ Capita anche che le zone ipersensibili finiscano per coincidere felicemente con l’immagine di una persona. In tempi di guerra fredda, Stalin ha strappato a Hitler il tristo privilegio di incarnare il terrore del potere fino a prestare la radice a un aggettivo, «stalinista». Cambiando epoche e luoghi, abbiamo avuto «peronisti» e «khomeinisti», mentre ancora non c’è avvisaglia di nessun «saddamita». Siamo in quel frequente fenomeno che i linguisti definiscono antonomasia. (Paolo Di Stefano, Corriere della sera, 17 aprile 2003, p. 20, Cronache) • Per milioni di iracheni la dittatura saddamita era anche elettricità, acqua, un lavoro, e soprattutto sicurezza nelle strade: (Guido Rampoldi, Repubblica, 21 aprile 2004, p. 17, Commenti) • la questione della permanenza o del ritiro militare si presenta in una luce particolare soprattutto al governo italiano. Esso non ha partecipato come forza cobelligerante alla guerra contro il regime saddamita; ha inviato laggiù carabinieri, alpini e bersaglieri, a guerra finita, quali forze non d’occupazione bensì di garanzia della ricostruzione del Paese devastato e di protezione dei civili minacciati dal terrorismo e annaspanti nell’edificazione di una democrazia nascente. (Enzo Bettiza, Stampa, 25 febbraio 2006, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal nome proprio Saddam (Hussein) con l’aggiunta del suffisso -ita.
Già attestato nella Repubblica del 25 aprile 1991, p. 28, Cultura (Enzo Golino).