saldatore
saldatóre s. m. [der. di saldare]. – 1. (f. -trice) Operaio specializzato che, opportunamente protetto da speciali attrezzi, quali occhiali, maschera, grembiule di cuoio, ecc., esegue saldature (spec. saldature autogene al cannello o elettriche); anche, chi provvede al taglio dei metalli con fiamma ossiacetilenica. Malattie dei s., nella medicina del lavoro, affezioni morbose conseguenti alle inalazioni di vapori metallici (spec. di piombo), o di gas (gas nitrosi, idrogeno fosforato, ecc.) durante la fusione dei metalli e le operazioni di saldatura. Per la lampada da saldatore (o a benzina), v. lampada. 2. Utensile di rame usato nella saldatura di leghe a basso punto di fusione (brasatura dolce), che viene riscaldato sulla fucina o mediante una lampada a benzina; in partic., s. elettrico, usato nell’elettrotecnica e nella tecnica degli apparati elettronici, costituito da un manico di materiale isolante che sostiene un gambo metallico sull’estremità del quale è fissato un blocchetto di rame opportunamente foggiato (punta), rinserrato nel riscaldatore elettrico; per impegni saltuarî sono usati i cosiddetti s. istantanei (o a pistola, per la caratteristica forma), costituiti da un filo di nichel-cromo ripiegato su sé stesso e portato da un trasformatore riduttore, il quale, connesso alla rete di alimentazione mediante un interruttore a pulsante sistemato sull’impugnatura, porta in pochi secondi il filo costituente la punta alla temperatura di saldatura.