saldatura
s. f. [der. di saldare]. – 1. L’operazione, e la tecnica, che consente di unire intimamente, sotto l’azione del calore e della pressione, due pezzi con metallo base (cioè quello di cui sono costituiti i pezzi da saldare) oppure con metallo d’apporto, in modo da realizzare nei tratti di collegamento (giunti saldati) la continuità metallica fra i pezzi stessi: s. dell’acciaio, del bronzo; s. a stagno; s. di due tubi, di due tratti di rotaia, di una lamiera rotta. Anche, il punto dove due parti metalliche sono state saldate: mascherare con vernice una saldatura. In partic.: s. autogena, eseguibile con o senza metallo d’apporto, quando il metallo base partecipa per fusione o per sincristallizzazione alla costituzione del giunto saldato; s. eterogena, quando è ottenuta per sola fusione del metallo d’apporto, come nella brasatura e nella saldobrasatura (v. le due voci); s. per fusione, saldatura autogena ottenuta, con o senza materiale d’apporto, per effetto di una netta fusione localizzata dei lembi dei pezzi da saldare: può essere a gas (s. ossiacetilenica, s. ossidrica), elettrica ad arco (con elettrodi rivestiti, con protezione di gas, al plasma, ad arco sommerso, ecc.), a fascio elettronico, a laser, con alluminotermia; s. per pressione, saldatura autogena ottenuta riscaldando localmente i bordi dei pezzi da unire fino a raggiungere lo stato pastoso, e quindi comprimendo o percuotendo nel punto di contatto: può essere a fuoco (bollitura), elettrica a resistenza, elettrica a scintillio, a ultrasuoni, per diffusione (sfrutta il fenomeno della migrazione di atomi attraverso la struttura del metallo), per esplosione (in cui la giunzione avviene per effetto di una elevata pressione dinamica generata da cariche esplosive opportunamente collocate: le due parti sono costrette a compenetrarsi nella zona di contatto per effetto delle notevoli deformazioni plastiche subite dal materiale). 2. Più genericam., giunzione, unione, sempre di elementi solidi, operata dall’uomo o spontanea: s. di due pezzi di porcellana; la s. delle varie parti del telaio è stata ottenuta con una colla tenace. Anche, il modo in cui una operazione di tale genere viene eseguita: una s. ben fatta, ben riuscita. In biologia, fusione (normale o patologica), nel corso dello sviluppo, di organi o parti primitivamente indipendenti. In partic., in medicina, fusione di segmenti ossei (per es., l’ischio e l’ileo, le vertebre sacrali) fratturati; talvolta anche, meno propriam., il processo di cicatrizzazione delle ferite: la s. dei lembi della ferita non è ancora perfetta. In botanica, sinon. di sinfisi. 3. Il punto in cui due parti sono saldate: il tubo si è rotto alla s.; il punto più debole dell’osso è quello dov’è avvenuta la s.; ormai la s. non si vede più. 4. In senso fig., unione, fusione, coordinazione: non c’è s. tra i varî episodî del film; la s. tra le diverse parti del romanzo appare forzata. 5. Nel linguaggio milit., congiungimento di reparti: la s. fra le tre divisioni dell’armata era imminente; si era operata la s. dei due fronti; punto di s., zona che, nella sistemazione difensiva, è comune a unità contigue, e in cui perciò la resistenza è più debole. 6. Nel linguaggio econ., s. del raccolto, del bilancio, espressioni usate per indicare l’ideale congiungimento, senza fratture o soluzioni di continuità, rispettivamente fra due raccolti o fra due bilanci consecutivi. 7. Il periodo che intercorre tra la fine di un fenomeno e l’inizio di uno nuovo: un periodo storico che rappresenta la s. tra due epoche; talvolta manca la s. tra la cultura di una generazione e quella della generazione precedente.