salto1
salto1 s. m. [lat. saltus -us, der. di salire «saltare, danzare», supino saltum]. – 1. a. L’atto di saltare; insieme di movimenti mediante i quali il corpo dell’uomo, spinto dall’azione estensiva dei muscoli, abbandona rapidamente il contatto col terreno per sollevarsi a una certa altezza e ricadere nello stesso punto o in un punto diverso, dopo aver percorso una traiettoria nell’aria: fare un s.; spiccare un s.; s. in alto (o in aria); s. in avanti; s. indietro (o all’indietro); s. di fianco (o laterale); con un s. (anche, meno com., d’un s.) ha superato la siepe; con un s. rischioso si è buttato dall’altra parte del fosso; camminare a salti; procedere a piccoli s.; fare i s. dalla gioia (e fare salti di gioia), manifestare in modo esuberante la propria contentezza; ant., prendere, pigliare un s., farlo, o prendere lo slancio per farlo: prese un s. e fussi gittato dall’altra parte (Boccaccio). Talvolta, limitatamente a una sola fase dell’insieme dei movimenti, lo spostarsi di slancio dal basso verso l’alto per raggiungere un piano posto a una certa altezza dal suolo e posarvisi, o per afferrare un oggetto posto in alto e sostenersi ad esso: con un s. fu sopra il tavolo; spiccò un s. e si aggrappò alla fune; anche, il lasciarsi andare rapidamente verso il basso: fare un s. nel vuoto; si è lanciato dal terrazzo con un s. di quasi tre metri; si è salvato con un s. dalla finestra; fare un s. giù dal letto, per indicare la rapidità con cui ci si alza; fig., s. nel buio (non com. nel vuoto), decisione presa alla cieca, che presenta un esito incerto e un alto margine di rischio: cambiare lavoro alla sua età è un s. nel buio; quel matrimonio è stato un s. nel buio. Fam., fare due s., quattro s., ballare in casa, tra amici, alla buona: domenica faremo quattro s. per festeggiare il suo compleanno. In usi estens., movimento o spostamento rapido, spec. in relazione all’esiguità del tempo impiegato per recarsi da un luogo a un altro: ho fatto un s. a casa per cambiarmi; appena hai tempo, fa’ un s. da me; prendo la macchina e in un s. vado da loro per avvertirli; in due s. vado e torno; farò un s. a Genova la prossima settimana; fig., poet.: La vita che trapassa a sì gran salti (Petrarca), che trascorre così veloce, procedendo non a passi ma a rapidi balzi. b. Con riferimento ad animali, movimento analogo a quello dell’uomo, che in alcuni casi può essere l’andatura normale: il canguro procede a salti; il s. della pulce, della cavalletta; o una delle andature naturali, come in molti uccelli, quando non volano: il merlo va avanti a salti nel prato; in altri casi è un’andatura occasionale o un movimento compiuto in determinate circostanze: la lepre è scappata a grandi s.; il cane ha oltrepassato il muretto con un salto. Nell’ippica, rapido movimento compiuto dal cavallo quando, aprendo repentinamente gli angoli delle articolazioni delle zampe, si lancia al volo (soprattutto davanti a un ostacolo da superare). Con riferimento al balzo che si fa fare agli ovini entro una vasca o in acqua corrente prima della tosatura, l’espressione lana al salto, lo stesso che lana saltata (v. in fondo alla voce saltare). Per il s. del montone, v. montone; per il s. della quaglia, v. quaglia. c. Nello sport, la successione dei movimenti compiuti per saltare, secondo norme, tecniche e stili determinati: s. da fermo; s. con rincorsa; s. a piè pari; s. dal trampolino. In partic., in atletica leggera: s. in alto, consistente nel superare, con scavalcamento ventrale o, più spesso, dorsale, e dopo un’adeguata rincorsa fino alla pedana di stacco, un’asticella poggiata sui supporti di due ritti, ad altezza regolabile; s. in lungo, consistente nel lanciarsi in avanti e ricadere poi, a una certa distanza, su una fossa di sabbia (zona di caduta) dopo un’adeguata rincorsa e lo stacco da un’apposita tavola il cui bordo (linea di stacco) deve essere posto a una distanza minima di 10 metri rispetto alla fine della zona di caduta; s. con l’asta, consistente in un salto in alto in cui l’atleta, compiendo lo stacco da una cassetta affondata al livello del terreno, si innalza e supera l’asticella servendosi di una lunga asta flessibile; s. triplo, consistente in un salto in lungo articolato in tre balzi consecutivi dei quali i primi due compiuti toccando terra con un solo piede (ora uno ora l’altro) e il terzo a piedi uniti (la distanza minima tra la linea di stacco e la fine della zona di caduta deve essere di 21 metri). Anche, la specialità atletica: campione di s. in lungo, di s. con l’asta, ecc. Negli sport equestri sono compresi tra i concorsi di salto ostacoli varî tipi di gare che consistono nel coprire un percorso con ostacoli da superare secondo un ordine prestabilito. Nello sci, disciplina che prevede l’esecuzione di un balzo dal trampolino, ossia una pista di lancio con pendenza e lunghezza tali da consentire al saltatore di raggiungere la velocità necessaria per il volo che, compiuto con gli sci tra loro paralleli e quasi orizzontali, termina su una pista di atterraggio in pendenza, al limite della quale è il piano di arrivo. Nella scherma, si definisce s. indietro un movimento difensivo che consiste in un balzo compiuto per portarsi rapidamente fuori misura: si esegue slanciando il piede destro il più possibile indietro rispetto al sinistro, portando a sua volta quest’ultimo dietro al destro, così da riassumere la posizione di guardia. d. Con sign. più generico, anche, l’esercizio continuato del saltare: esercitarsi nel s.; s. della corda (o con la corda), praticato a scopo di allenamento sportivo soprattutto da chi si dedica allo sport del pugilato, per acquistare una maggiore elasticità delle gambe (ma praticato anche a scopo di divertimento da bambini). e. S. mortale, speciale tipo di salto con il quale l’atleta, con o senza pedana, da fermo o con rincorsa, compie un giro completo su sé stesso capovolgendosi in avanti o all’indietro, con il corpo in posizione tesa o raccolta (è un numero d’attrazione, con variazioni più o meno complesse e spettacolari, negli spettacoli dei circhi equestri, ed è compreso con diverse varianti fra i tuffi sportivi regolamentari). In usi fig., fare i s. mortali, fare di tutto, fare l’impossibile per raggiungere uno scopo: ha fatto i s. mortali per comprare quell’appartamento; anche, fare i s. mortali dalla gioia, dalla felicità, dimostrare la propria gioia con effusione, con esuberanza. f. Nel linguaggio zootecnico, lo stesso, ma meno com., che monta, cioè la copertura della femmina da parte del maschio, soprattutto negli animali domestici (equini, bovini, ovini). Talvolta usate anche le locuz. essere in s., andare in s., in amore (sempre con riferimento ad animali). 2. Con riferimento a cose materiali, il movimento con cui rimbalzano o si sollevano rapidamente nell’aria ricadendo poi al suolo, o con cui vengono sollevate e spostate più avanti scavalcando un altro oggetto: la palla ha fatto due s. prima di cadere dal terrazzo; gesticolando ha urtato il bicchiere, che ha fatto un s. ed è caduto per terra; la macchina, dopo aver sfondato la barriera, ha fatto un s. pauroso nel burrone; per il s. di corsia, v. corsia; nel gioco del biliardo, s. dei birilli, tiro di abilità, mediante il quale si fa saltare sopra i birilli la propria palla per colpire quella dell’avversario (analogam. il s. del pallino); gioco del s., gioco analogo alla dama, detto più comunem. alma. Nel gioco degli scacchi, il movimento del cavallo. 3. Con riferimento a un corso d’acqua, la caduta che esso fa quando sia presente un brusco dislivello nel fondo dell’alveo: il fiume in quel punto fa un s. di varî metri; l’acqua precipita con un s. di quaranta metri; la cascata ha un s. di circa venti metri. In partic.: a. Nelle costruzioni idrauliche, con riferimento a un corso d’acqua a pelo libero, s. tra due sezioni, la differenza tra le quote dei corrispondenti peli liberi; nei laghi artificiali degli impianti idroelettrici, s. utile lordo, il dislivello tra il pelo libero nella vasca di carico e quello nel canale di scarico della turbina idraulica; s. utile netto, la differenza tra i carichi piezometrici della corrente all’entrata e all’uscita della turbina; s. di Bidone, lo stesso che risalto (v. risalto2). b. In geologia, rottura di pendio legata sia a brusche variazioni litologiche sia a particolari dislocazioni tettoniche per faglia. c. Nei bacini marini e lacustri, strato del s., lo strato acqueo relativamente sottile che separa la zona più prossima alla superficie, nella quale la temperatura si può ritenere sensibilmente costante, da quella più profonda nella quale la temperatura progressivamente decresce col crescere della profondità. 4. Nel linguaggio di cucina, al s., detto di verdure, carni e sim., fatte rosolare in olio o burro a fuoco vivo; in partic., riso o risotto al s., risotto, generalm. alla milanese, passato in padella con burro a fuoco vivo, in modo da formare una specie di tortino molto sottile ben rosolato da entrambi i lati. 5. fig. a. Rapido passaggio da una posizione a un’altra, da una condizione a un’altra, da un grado a un altro, non successivi, che avvenga tralasciando le posizioni o i gradi intermedî: ha fatto un bel s., da impiegato a dirigente!; ho saputo che ha fatto un improvviso s. di carriera; da muratore a costruttore: che salto!; nella scuola, passaggio a una classe superiore non immediatamente successiva: fare il s., tentare il s. di un anno. Nel linguaggio cinematografico, brusco passaggio da un’inquadratura ad un’altra: nel cortometraggio si notano numerosi salti. In musica, nel movimento melodico orizzontale di una parte vocale o strumentale, il passaggio da un suono all’altro, sia esso per grado congiunto o disgiunto; il termine è talvolta sostituito, ma impropriamente, da quello di intervallo, che designa invece la distanza tra due suoni simultanei, considerati, quindi, verticalmente. S. di qualità (o s. qualitativo), improvviso e notevole miglioramento, evoluzione qualitativa di grande rilievo: grazie alla diminuzione delle ore di lavoro, c’è stato un s. di qualità nella vita degli operai. b. Nella tecnica idraulica, s. motore, misura, espressa tramite una differenza di altezze, corrispondente alla variazione energetica della corrente del fluido valutata a monte e a valle di un motore idraulico. c. Nel linguaggio scient. e tecn., variazione discontinua di una grandezza: si parla, per es., di s. termico, in relazione alla differenza finita di temperatura tra due sistemi che scambiano calore; il termine ha assunto un partic. sign. in fisica, con riferimento alla violazione di quel principio di continuità che era posto alla base della descrizione classica, per il quale la natura non fa salti (anche citato nella forma latina natura non facit saltus) e che viene meno nella descrizione quantomeccanica, mentre si parla di s. quantici per indicare le transizioni di un sistema (per es., un elettrone atomico legato) da un livello energetico a un altro in quanto processi discontinui nello spazio e nel tempo. d. Più genericam., sbalzo, cambiamento improvviso: s. di vento, mutamento repentino nella direzione del vento; con riferimento a prezzi e valori, brusca variazione in più o in meno: la carne ha fatto un bel s. sul mercato; le azioni hanno fatto un s. del dieci per cento. Anche, differenza notevole in senso quantitativo, eccezionalmente riscontrata in quello che si considera l’andamento normale di un fenomeno: le morti crebbero ... a un tal eccesso, con un s. così subitaneo, che non ci fu chi non ne vedesse la causa, o l’occasione, nella processione (Manzoni). Frequente la locuz. avv. a salti, a sbalzi, in modo discontinuo, irregolare: procedere a salti nel lavoro; studiare a salti; interrogare a salti, interrogare gli studenti senza seguire l’ordine alfabetico; leggere a salti, saltando delle parti, delle pagine. e. Omissione, lacuna: c’è un s. nel testo, nella traduzione, nella trascrizione; hanno fatto un s. di due, di tre righe. In tipografia, errore di composizione detto più comunem. pesce. Anche in senso più astratto: c’è un s. che non convince nel tuo ragionamento; ci sono troppi s. logici nelle sue argomentazioni. f. In informatica, istruzione elementare di un programma che fa saltare l’esecuzione da un punto a un altro punto se si verifica una certa situazione (s. condizionato) oppure a un sottoprogramma per l’esecuzione di una certa elaborazione, ritornando poi, al termine di questa, all’istruzione successiva a quella di partenza (s. incondizionato o imperativo); detto anche, con termine ingl., jump 〈ǧḁmp〉, è un artificio al quale si ricorre assai spesso per risparmiare spazio di memoria (per es., se in un programma è usato più volte un certo sottoprogramma, questo viene scritto una sola volta, ricorrendo a un’istruzione di salto in tutti i punti dove esso è richiesto). ◆ Dim. saltino, saltèllo (v.), saltellino, salterèllo (v.) o saltarèllo.