salva1
salva1 s. f. [dallo spagn. salva, che è dal lat. salve (v. salve1); cfr. anche fr. salve]. – 1. a. Sparo simultaneo di più pezzi di artiglieria o di più armi da fuoco, caricate con speciale cartuccia a carica ridotta e senza proietto o con proietto di legno friabile (cartuccia a salva o da salva), in segno di saluto, di onore, di esultanza per feste, occasioni solenni, vittorie e sim.: una s. d’artiglieria; una s. di fucileria in onore dei caduti; il Presidente fu salutato con ventun salve di artiglieria (oppure: con una s. di ventun colpi). Di qui la locuz. avv. a salva (più com. a salve, dove salve va inteso propriam. come plur.), senza proiettile: tirare, sparare a s.; caricare a s.; un’arma caricata a s., con carica innocua, da sparare in segno di saluto. b. In usi fig.: una s. di applausi, di fischi, di urla, una esplosione improvvisa e simultanea di applausi, di fischi, di urla; sparare a salva o a salve su qualcuno, colpirlo con critiche, accuse: i critici hanno sparato a s. sul regista e sul suo ultimo film; i giornalisti hanno sparato a s. contro l’iniziativa del ministro. 2. a. Sparo contemporaneo di tre o più bocche da fuoco, di eguale calibro, diretto contro uno stesso bersaglio, generalmente eseguito da navi i cui impianti di artiglieria sono costruiti e disposti in modo da raggiungere meglio questo scopo. Anche, il lancio simultaneo di più missili, di più razzi, di più bombe da un velivolo, di più siluri da un sottomarino o da una nave. b. Per estens., in marina, l’insieme delle colonne d’acqua provocate dalla caduta in mare di proiettili di una stessa salva. ◆ Abbastanza diffusa, anche come sing., la forma inesatta salve (invar.), nata da espressioni come sparare a salve e sim., dove salve plur. è stato inteso come un singolare.