samizdat
〈sam’isdàt〉 s. m., russo [propr. «auto-edizione», comp. di sam «sé stesso, da sé» e izdat, forma accorciata di izdatel′stvo «edizione, casa editrice»]. – Denominazione usata nell’Unione Sovietica nel secondo dopoguerra, spec. dopo la morte di Stalin (1953), per indicare varî tipi di pubblicazioni in proprio (anche periodiche) diffuse clandestinamente per eludere la censura politica sulla stampa; in questa forma circolarono, oltre a scritti di natura strettamente politica, poesie e scritti di letteratura (come copie del romanzo di B. L. Pasternak Doktor Živago, e alcune opere di A. I. Solženicyn) nonché studî di grande rilievo scientifico.