santita
santità s. f. [dal lat. sanctǐtas -atis, der. di sanctus «santo»]. – 1. L’esser santo; qualità, condizione di ciò che è santo. In partic.: a. Nella teologia cattolica, in senso proprio e con uso assol., condizione propria di Dio (la s. del Padre, la s. di Cristo), e uno dei caratteri della Chiesa in quanto veicolo di salvezza e corpo mistico di Cristo; è inoltre la partecipazione misteriosa dell’uomo giustificato alla santità di Dio per effetto della grazia santificante, dono quindi di Dio che comporta dedizione totale dell’uomo a Dio nella vita della comunità dei credenti. Nella teologia morale, la santità è vocazione propria della vita cristiana che si realizza compiendo con amore i doveri del proprio stato: aspirare alla s., raggiungere la santità. In senso più limitato, qualità propria della madre di Dio e, in grado diverso, delle persone che hanno riprodotto in qualche modo la perfezione divina o che hanno modellato la loro vita a imitazione di quella: la s. della Vergine; la s. di sant’Antonio, di santa Teresa; la s. di Pio X; la s. degli antichi eremiti; essere in fama di s., morire in odore di s., in concetto di santo (v. anche odore, n. 4 b); per estens., con riferimento a qualità, a comportamenti: s. di vita, di costumi, di opere. b. Con uso estens., l’esser probo, onesto, casto: credi tu per improntitudine vincere la s. di questa donna ...? (Boccaccio); quattrini e s., metà della metà, prov. che esorta a non credere troppo facilmente alla ricchezza e all’onestà altrui, spec. se ostentate. 2. a. Qualità di ciò (istituzioni, cose, luoghi) cui è stato conferito carattere sacro: s. dei sacramenti; la s. del matrimonio cristiano; o anche di ciò che è in intima relazione con la sfera divina: rispettare la s. delle chiese; profanare la s. del tempio; sentire profondamente la s. di un rito; disturbare la s. della preghiera. b. In senso fig., qualità di istituzioni e sim. degne di venerazione, e perciò considerate sacre e inviolabili: la s. della patria, della famiglia; la s. delle leggi, della giustizia; rispettare la s. del giuramento. c. Sempre in senso fig., aspetto o carattere di ciò che appare maestoso, ieratico, solenne, o come tale è sentito: tutti rimasero colpiti dalla s. della figura del vecchio; il seminatore avanzava con lentezza ... levando il capo nella s. della luce (D’Annunzio). 3. a. Titolo che si usa comunemente parlando del papa o rivolgendosi a lui: Sua Santità, Vostra Santità (abbreviato in S.S., V.S.); anche seguito dal nome: Sua Santità Benedetto XVI. b. Titolo che spetta ai patriarchi orientali separati.