sapienza
sapiènza s. f. [dal lat. sapientia, der. di sapiens -entis «sapiente, saggio» (v. la voce prec.)]. – 1. a. Profondo sapere, condizione di perfezione intellettuale che si manifesta col possesso di grande conoscenza e dottrina: la s. degli antichi filosofi. Con senso più ampio, dote, oltre che intellettuale, anche spirituale e morale, intesa come saggezza unita a oculato discernimento nel giudicare e nell’operare, sia sul piano etico, sia sul piano della vita pratica: la s. dei santi. b. Nella teologia cattolica, uno dei sette doni dello Spirito Santo, e anche uno degli attributi di Dio: Fecemi la divina podestade, La somma sapïenza e ’l primo amore (Dante). Libro della S., libro deuterocanonico dell’Antico Testamento (composto forse ad Alessandria d’Egitto tra la fine del 1° sec. a. C. e gli inizî del 1° sec. d. C.) appartenente al genere didattico-poetico, scritto originariamente in greco e diviso in 19 capitoli, il cui argomento è la lode della sapienza come attributo di Dio, principio che guida la creazione e la storia del popolo eletto ed è insieme dono di Dio all’uomo. 2. Per estens., ma poco com., capacità, abilità teorica e pratica, maestria acquisite con l’applicazione continua, lo studio, l’esperienza: la s. di un sarto di grido; pagine scritte con notevole s.; era vestita, truccata, pettinata con s.; ha arredato la casa con grande sapienza. 3. Antica denominazione di alcune università, tuttora usata in alcune città: vado alla S.; ci vediamo alla S.; la S. di Pisa. A Roma, nome dell’antica università fondata nel 1303 dal papa Bonifacio VIII, al cui palazzo, ora sede dell’Archivio di stato di Roma, è annessa la chiesa di S. Ivo del Borromini (che conserva anch’essa l’appellativo alla Sapienza); la denominazione è tornata in uso in anni recenti per indicare in forma ufficiale la prima università di Roma (è professore di mineralogia alla S.; il convegno si terrà nell’aula magna della Sapienza).