sartia
sàrtia (non corretto sartìa) s. f. [dal gr. tardo (τὰ) ἐξάρτια, pl. di ἐξάρτιον «attrezzatura della nave»] (pl. sàrtie, ant. sarte). – 1. Nell’attrezzatura navale, ciascuno dei cavi fissi (manovre dormienti) di canapa o, più spesso, di acciaio, che servono di rinforzo agli alberi verticali delle navi e delle imbarcazioni a vela; sono disposte lateralmente verso poppa, e vanno dai relativi incappellaggi in alto, in basso, alle relative bande a murata, ovvero alle relative coffe o crocette; quelle per i velieri sono riunite in fasci, attraversati dalle griselle. Si usa generalmente al plur.: sartie maggiori, quelle corrispondenti ai tronchi maggiori degli alberi di trinchetto, maestra e mezzana (quindi: sartie di trinchetto, di maestra, di mezzana), s. minori, quelle corrispondenti alle gabbie e agli alberetti da cui prendono nome; imbrigliare, mollare le s.; trilingaggio delle s., v. trilingaggio. Con riferimento alle moderne imbarcazioni a vela si distinguono, nel caso l’albero sia dotato di due o più ordini di crocette, sartie alte, s. intermedie e s. basse, a seconda del loro punto d’incappellaggio; s. volante, manovra non fissa, che viene messa in tensione dal lato di sopravento per contrastare l’azione dello stralletto, o del secondo strallo (cioè dello strallo non incappellato in testa d’albero). 2. a. Anticam., nell’uso letter., al plur., corde o cavi in genere, e in partic. le corde che fermano le vele alle antenne; quindi, sciogliere le s., sciogliere le vele: sciolte le sarte e date a’ venti Le vele ... abbandonai le rive e i porti (Caro). b. In usi fig., poet.: in quella parte Di mia etade ove ciascun dovrebbe Calar le vele e raccoglier le sarte (Dante), l’età tarda, in cui, avvicinandosi alla morte, bisognerebbe staccarsi dal mondo e volgersi a Dio; Pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni Bagna e rallenta le già stanche sarte (Petrarca, in una rappresentazione allegorica della propria situazione spirituale). ◆ Dim. sartiòla (v.).