sbalzare
v. intr. e tr. [der. di balzare, col pref. s- (nel sign. 6)]. – 1. intr. (aus. essere) a. Balzare improvvisamente, saltare su o via di scatto: s. dalla sedia, s. dal letto; Qui fa restar con mezza gamba un piede, Là fa un capo sbalzar lungi dal busto (Ariosto); essere scagliato o cadere giù di colpo: ha frenato troppo bruscamente ed è sbalzato a terra. b. Fare un balzo improvviso, spec. in senso fig. (ma più com. balzare): la temperatura è sbalzata a dieci gradi sotto zero; non si capisce come sia sbalzato da semplice impiegato a capufficio; o fare dei balzi: spalancò gli occhi ..., mentre il cuore gli sbalzava violentemente nel petto (Capuana). 2. tr. a. Gettare, scagliare con forza, di peso (quasi sempre con oggetto di persona): il cavaliere fu sbalzato di sella; l’improvviso urto lo sbalzò fuori dalla vettura; la lunga spada Cavar pensai ... e il capo Dal busto ai piè sbalzargli in su la polve (Pindemonte). b. In senso fig., rimuovere, allontanare improvvisamente da una carica, da un grado, o da una sede, destinando ad altri incarichi o sedi di minore importanza: l’hanno sbalzato dal comando di un reggimento a un ufficio amministrativo; per gravi divergenze con il suo direttore, l’impiegato era stato sbalzato in un paesetto di confine; più genericam., rimuovere da un ufficio, o licenziare: se non eseguisco alla lettera ciò ch’è prescritto, rischio d’essere sbalzato dal mio impiego (Pellico). 3. tr. Lavorare a sbalzo: s. un piatto d’argento; s. una figura. ◆ Part. pass. sbalzato, anche come agg., lavorato a sbalzo: argento sbalzato; un calice d’oro sbalzato; un paiolo di rame sbalzato.