sbavare1
sbavare1 v. intr. e tr. [der. di bava, col pref. s- (nel sign. 5)]. – 1. intr. (aus. avere) a. Emettere bava dalla bocca: i bambini durante la dentizione sbavano continuamente; biascica le parole e sbava e ogni volta che tira su il fiato risucchia (Cicognani). b. In senso fig., nell’uso fam. o pop., manifestare un desiderio ardente e appassionato per qualcuno o per qualcosa: sbava dietro a quella ragazzina; è da un anno che sbava per avere il computer. c. Nella pittura, spec. in quella ad acquerello, spandersi leggermente del colore oltre i contorni del tratto su cui è steso. d. In tipografia, lasciare sulla carta, nella stampa, delle leggere sbaveggiature: su questo tipo di carta l’inchiostro sbava. 2. tr. Sporcare di bava: la bambina ha sbavato il tovagliolo; anche con la particella pron.: ti sei sbavato tutto il colletto; e come rifl.: sta’ attento a non sbavarti. ◆ Part. pass. sbavato, in funzione verbale e di agg., sporco di bava: il bavagliolo è già tutto sbavato; che presenta diverse sbavature: contorni sbavati; stampa sbavata. In partic., filo sbavato, filo metallico che, per irregolarità della filiera nella quale viene prodotto, presenta una bava lungo una generatrice.