sbocco
sbócco s. m. [der. di sboccare] (pl. -chi). – 1. a. Il fatto di sboccare; il luogo, il punto dove sbocca un fiume, un corso d’acqua, una strada, una conduttura, ecc.: dovevan seguire tutto il corso che fa l’Adda ... fino al suo sbocco in Po (Manzoni); lo s. della via nella piazza; allo s. della valle. b. Per estens., apertura, via d’uscita: gli antichi anfiteatri avevano molti s.; questa grotta deve avere uno s. nella valle; la regione è tutta interna, senza sbocchi sul mare. 2. a. Grande centro e scalo commerciale, per lo più un porto, cui uno o più paesi fanno affluire le merci da esportare, perché di lì siano poi avviate alle diverse destinazioni: Trieste era un importante s. per i paesi germanici e balcanici; s. marittimo, scalo commerciale sul mare, porto. b. S. commerciale (o assol. sbocco), mercato che assorbe o può assorbire la sovrapproduzione di un paese: gli Stati Uniti si sono assicurati importanti s. commerciali nel Medio e nell’Estremo Oriente. Crisi degli s., grave difficoltà di collocamento dei prodotti, in genere con riferimento al mercato internazionale. 3. Nel linguaggio fam., s. di sangue, fuoriuscita di sangue dalla bocca in seguito a emorragia bronco-polmonare (con termine medico, emottisi o emoftoe). 4. In senso fig., ciò che rappresenta il punto d’arrivo di un fatto o di un comportamento, la possibilità di una conclusione o realizzazione concreta: bisogna trovare uno s. all’eccedenza di mano d’opera; la sua solida preparazione culturale ha trovato uno s. adeguato nell’insegnamento; un diploma, una laurea che non ha sbocchi in una professione, nel mondo del lavoro, ecc.; una situazione senza sbocco, senza sbocchi, senza soluzione, priva di vie d’uscita.