scaldo
s. m. [dal norreno skāld]. – In origine, e ancor oggi nelle lingue nordiche, poeta, in senso generico. In partic., cultore di quella speciale poesia (poesia scaldica) fiorita tra il 9° e il 14° secolo in Norvegia e nelle sue colonie occidentali: continuatore, in senso storico, del poeta di corte al tempo delle grandi invasioni barbariche, era un poeta occasionale, non professionale, un uomo libero (spesso addirittura un re) esperto nelle armi, che recitava con arte carmi suoi e altrui.