scalpitare
v. tr. e intr. [lat. *scalpitare, prob. frequent. di scalpĕre «grattare»] (io scàlpito, ecc.). – 1. tr., ant. Calpestare, pestare passandovi sopra con i piedi: Per ch’ei provide a scalpitar lo suolo Con le sue schiere (Dante); le rugiadose erbe con lento passo scalpitando (Boccaccio). 2. intr. (aus. avere) a. Riferito a cavalli, battere il terreno con gli zoccoli: Ma si senton più presso alle spalle Scalpitare il temuto destrier (Manzoni); in partic., dei cavalli fermi che battono il terreno con la punta dello zoccolo delle zampe anteriori, quasi impazienti di muoversi; e in tono ironico, con riferimento all’uomo: del convulso piede udrai lo scalpitar breve e frequente (Parini). b. In senso fig., dare segni di irrequietezza, di grande impazienza, smania, insofferenza: scalpita per uscire con gli amici; smettila di s., adesso ce ne andiamo. ◆ Part. pres. scalpitante, anche come agg.: le carrozze partirono, al trotto dei cavalli scalpitanti (De Roberto).