scarico2
scàrico2 (poet. scarco) s. m. [der. di scaricare] (pl. -chi). – 1. a. L’azione, l’operazione dello scaricare, cioè del togliere un peso, un carico dal veicolo su cui era stato posto: lo s. della legna dal camion; lo s. dei bagagli dal treno; fare lo s. dei materiali trasportati; lavori, operazioni di s.; impianti per il carico e lo s.; nave, piroscafo, aereo sotto s., dal quale si sta scaricando la merce trasportata. b. Talvolta, il dispositivo con cui si compie l’operazione suddetta. 2. a. Il riversarsi delle acque contenute in un lago, in un fiume, in un canale, e sim., in un diverso bacino idrografico o in un altro luogo di deposito; s. di un ghiacciaio in un lago; s. di un fiume nel mare; canale di s., lo stesso che canale scaricatore (v. scaricatore). In diritto, servitù di s., servitù coattiva consistente nello scarico, attraverso il fondo servente, delle acque sovrabbondanti del fondo dominante. Impianto di s., di un edificio, il complesso dei dispositivi per lo smaltimento delle acque piovane e delle acque di rifiuto del fabbricato (colonne di s. o discendenti, pluviali, ecc.); acque di s., acque di rifiuto o di fogna; reti di s., rete di fognatura (v. fognatura); tubo di s. di un lavandino, di un water-closet, di un impianto di riscaldamento. b. In partic., nella tecnica, l’operazione con la quale viene restituito all’esterno un fluido, dopo che ne sia stata utilizzata parte dell’energia disponibile. Collettore di s., il tubo che serve a scaricare il vapore delle caldaie nell’atmosfera (detto anche trombino). Tubo di s. o collettore di s., nei motori a scoppio, parte del tubo di scappamento costituito da un corto tubo fissato sul motore, il quale porta tante derivazioni quanti sono i cilindri del motore; valvola di s. (contrapp. alla valvola di aspirazione). c. L’operazione di scaricare i rifiuti in un luogo posto per lo più all’aperto e in zona appartata: è vietato lo s. di immondizie; anche, il luogo in cui i rifiuti si scaricano: gettare allo, o nello s.; lo s. è fuori della città. Con sign. concr., l’insieme dei rifiuti che vengono scaricati; in partic., s. industriali, le sostanze non utilizzabili, gassose, solide o liquide, derivanti da processi industriali, che sono in varî modi allontanate, spesso dopo un trattamento avente lo scopo di evitare una loro azione inquinante. d. Emissione, uscita dall’organismo: lo s. degli umori, lo s. delle feci. 3. a. Nel linguaggio comm., uscita di un bene (merce, titolo, ecc.) dal luogo in cui è custodito: fare lo s. di merce non venduta, di materiale inutilizzato; certificato di s., rilasciato dalla dogana di arrivo per una partita di merce che abbia viaggiato in esenzione di visita doganale assistita da bolletta di cauzione (la sua presentazione dà diritto allo svincolo della cauzione); verbale di s., documento che dimostra la perdita, la distruzione o la cessione di materiali inventariati. In contabilità, la sezione del conto destinata a mettere in evidenza le variazioni in diminuzione dell’oggetto di esso o anche ciascuna di tali variazioni. b. Nelle costruzioni civili, struttura di s., particolare struttura destinata ad assorbire i pesi di parti strutturali sovrastanti, in modo da impedire che essi si esercitino su parti sottostanti di minore resistenza statica. Arco di s., piattabanda di s., i tipi più caratteristici, in passato, delle strutture di scarico, realizzati al di sopra di architravi di pietra che da soli non sarebbero stati atti a sostenere i carichi sovrastanti. 4. ant. Parte franata, di un terreno o di una costruzione: Così prendemmo via giù per lo scarico Di quelle pietre (Dante). 5. In senso fig., discolpa, sgravio, giustificazione: a mio, tuo, suo s., a mia, tua, sua discolpa; a suo s. posso dire che ...; testimoni a s., a difesa. In tutte queste locuz. è più usato discarico; è invece com. scarico nell’espressione per scarico di coscienza, per liberarsi da possibili rimorsi, pentimenti, sensi di colpa.