scarsella
scarsèlla s. f. [prob. der. scherz. di scarso, quasi a dire «quella che è sempre scarsa di denaro»]. – 1. Borsa di cuoio usata in passato, appesa al collo o alla cintura, per tenervi e portarvi denari o altro: noi la troverem per certo [la pietra],... e trovata che noi l’avremo, che avrem noi a fare altro, se non mettercela nella s. e andare alle tavole de’ cambiatori...? (Boccaccio); male fanno similmente coloro che, ad ora ad ora, si traggono una lettera della s. e la leggono (Della Casa). La parola è tuttora viva nell’uso region. (veneto, ecc.) col sign. di tasca, saccoccia, sia in senso generico (tenere le mani in scarsella) sia con riferimento diretto o indiretto al denaro che vi può essere riposto: mettere mano alla s., pagare, sborsare soldi; avere la s. piena, essere ricco; non contate l’oro che entra nella s. degli incettatori? (Pisacane). 2. In architettura, tipo di abside di chiesa a pianta rettangolare anziché semicircolare. ◆ Dim. scarsellétta (anche, in partic., tasca che gli archibugieri avevano in dotazione per riporvi le pallottole destinate al caricamento dell’archibugio), scarsellina; accr. scarsellóna, raro, e scarsellóne m. (quest’ultimo anche come sinon. ant. di fiancale).