scartamento
scartaménto s. m. [der. di scartare3, sul modello del fr. écartement]. – 1. Distanza regolamentare tra le due rotaie di un binario, ferroviario o tranviario, misurata tra le facce interne dei funghi a 14 mm sotto il piano superiore di questi ultimi, ortogonalmente alle rotaie. Nei binarî ferroviarî, s. normale, quello, di 1435 mm, adottato in molte reti d’Europa e di altre parti del mondo; s. allargato, adatto alle regioni di pianura, di 1524 mm in Finlandia e nei paesi che facevano parte dell’Unione Sovietica (1922-1991), di 1601 nell’Australia merid. e in Irlanda, di 1676 in Spagna, Portogallo, India, Argentina, ecc.; s. ridotto (detto talora s. coloniale), variabile da 400 a 1067 mm, in Africa del Sud, Giappone, ecc.; s. metrico, di 1000 mm, in India e Brasile. In senso fig., a scartamento ridotto, con riferimento a ciò che ha proporzioni troppo piccole, insufficienti, misere, oppure che dimostra poca efficienza in relazione all’andamento o al funzionamento: una casa, un ufficio a s. ridotto; in quel ristorante si mangia discretamente, ma il servizio è a s. ridotto; in questa città tutto funziona a s. ridotto. 2. Nelle funivie, la distanza tra le funi portanti, misurata in corrispondenza dei cavalletti o delle stazioni: varia da 4,50 a 6 m negli impianti di trasporto per passeggeri, da 1,50 a 2,50 m in quelli per trasporto merci. 3. Nell’industria tessile, la distanza in millimetri tra il centro di due fusi contigui: la sua misura, insieme alla lunghezza del fuso, dà un’idea delle dimensioni delle spole che si possono raccogliere in uscita.