scavare
v. tr. [lat. excavare, comp. di ex- e cavare «rendere cavo» (v. cavare)]. – 1. a. Cavare terra dal suolo: s. il terreno per piantarvi un albero; la corrente ha scavato la sponda destra del fiume; anche assol.: stanno scavando in giardino; scavano per la metropolitana. b. Formare una cavità nel terreno (sempre con il compl. oggetto di ciò che si ottiene scavando): s. un fosso, una buca, un fossato, un canale, un pozzo, una trincea; in senso fig., scavarsi la fossa con le proprie mani, essere responsabile del danno che si patisce, essere la causa del proprio male, della propria rovina. c. non com. Dissotterrare, estrarre dal terreno in seguito a scavo, a scavi: s. un minerale; s. un tesoro; s. monete antiche, un prezioso vaso etrusco; con uso assol., eseguire degli scavi archeologici: hanno terminato di s. nel foro. 2. Per estens., fare un incavo in un oggetto asportando parte del materiale di cui è costituito: s. un tronco d’albero per farne una canoa; in partic., con riferimento ad abiti e indumenti: s. il collo, le maniche, aumentarne la profondità e l’ampiezza del giro togliendo più stoffa. 3. In senso fig.: a. Approfondire, andare a fondo di una questione; quasi sempre assol.: scava scava, la verità è venuta fuori; sembra superbo, ma se scavi un po’ vedi che è solo timidezza. b. Rinvenire nei ricordi, nella memoria: non conviene a nessuno andare a s. questa vecchia storia. ◆ Part. pass. scavato, con uso verbale e di agg.: rive scavate dall’acqua del torrente; un camminamento scavato nella roccia; detto di persona, molto magro e sciupato: essere scavato in volto, e avere il volto scavato; per estens., occhi scavati, infossati, per stanchezza, malattia o vecchiaia.