scavezzare1
scavezzare1 v. tr. [variante, di origine settentr., di scapezzare] (io scavézzo, ecc.). – 1. a. Tagliare o rompere la cima di alberi, rami, arbusti, meno com. di costruzioni o edifici elevati: pur con esser sì forte e di sì gran corpo quell’albero, ... tal volta gli si carican sopra bufere di vento sì vemente, che lo scavezzano, e fiaccano come fosse una canna (D. Bartoli); d’un tratto, una palla da cannone scavezzò un gran pioppo (Ed. Calandra); si dovette arrivare a s. un mandorlo del vicino (Verga). b. Per estens., rompere, spezzare (spec. il collo): e la scala! Buia, storta, non poteva servire ad altro che a far s. l’osso del collo alla gente (Capuana); con la particella pron., scavezzarsi il collo o l’osso del collo, rompersi il collo, fare un ruzzolone. Nell’uso region. (spec. veneto), anche con sign. più generico, rompere, o slogare: gli torse il braccio con tanta forza, che quasi glielo scavezzò; nella caduta, mi sono quasi scavezzata una spalla, o la caviglia. 2. Nella lavorazione della canapa, del lino, ecc., rompere gli steli già macerati per staccarne le fibre.