scernere
scèrnere (ant. scernire) v. tr. [lat. excernĕre, der. di cernĕre «distinguere» (v. cernere e discernere), col pref. ex-] (pres. io scèrno, ecc.; pass. rem. scèrsi o scernéi o scernètti, ecc., raro; part. pass. scernito, raro), letter. – 1. a. Vedere distintamente, distinguendo da altri oggetti circostanti o vicini, e più genericam. vedere, discernere: in un de’ lati [del piano] si scerne il noderoso castagno, il fronzuto bosso e ... lo excelso pino (Sannazzaro); tutto quanto io scerno È tal che sogno e fola Fa parer la speranza (Leopardi); Scorrea la vista a scernere Prode remote invan (Manzoni), qui «a cercar di vedere». b. Discernere con la mente, intendere: quant’io l’abbia in grado, mentr’io vivo Convien che ne la mia lingua si scerna (Dante); assunse a queste mie parole una cera grave e dignitosa; non ne scerneva il perché, quando fui come rischiarato da un lampo (Svevo). 2. Distinguere, nel senso di separare, scegliere, selezionare: i giovani si misero a scernere il buono dal cattivo, e in queste ricerche e distinzioni si affinava il nostro gusto (F. De Sanctis); sbarcati tutti gli oggetti e gli arredi che la giudiziosa Maria ... cominciò subito a sc. e a ordinare sull’argine (Bacchelli).