schizzare
v. intr. e tr. [voce di origine onomatopeica]. – 1. a. intr. (aus. essere) Con riferimento a sostanze liquide, sprizzare fuori con forza: il tubo si è rotto e l’acqua è schizzata dappertutto; appena ho tolto il tappo lo spumante è schizzato fuori dalla bottiglia; per estens., saltare su d’impeto, o balzare via di scatto, d’improvviso: la molla, non più trattenuta, è schizzata via dal suo alloggio; al suono della sveglia sono schizzato fuori dal letto; intanto Pinocchio, rizzatosi da terra tutto infuriato, schizzò con un salto sulla groppa di quel povero animale (Collodi); uno di quei fantocci che schizzan su dalle scatole a scatto (Pirandello); anche fig.: gli occhi gli schizzavano fuori dalle orbite, per rabbia, terrore e sim. b. tr. Bagnare, sporcare con uno spruzzo o con schizzi di un liquido: una macchina passando di corsa sulla pozzanghera mi ha schizzato tutti i pantaloni; i bambini si divertivano a s. di nascosto l’acqua sui passanti; unito alla particella pron., con valore di rifl.: guarda come ti sei schizzato!; mi sono schizzato d’inchiostro. In usi fig., riferito a persona, esprimere con vivacità o in modo evidente un sentimento, una condizione morale o fisica, attraverso lo sguardo o con l’atteggiamento, le parole, i modi: s. bile, veleno, odio, manifestare rabbia, invidia, malignità e sim.; s. fuoco dagli occhi, mostrare nello sguardo ira, furore, forte eccitazione; urlava furioso, schizzando veleno dagli occhiacci (Bacchelli); e con iperbole scherz.: ha un aspetto che schizza salute da tutti i pori. 2. tr. Disegnare a tratti rapidi, sommarî, essenziali: s. un ritratto, una caricatura, un paesaggio; s. il progetto di un edificio, di un arredamento; s. la pianta di un appartamento; per estens., delineare, abbozzare per sommi capi, senza particolari, parlando o scrivendo: ho cercato di s. un quadro della situazione; s. le caratteristiche di un periodo, di un movimento. ◆ Part. pass. schizzato, anche come agg. (v. schizzato1).