sciamare
v. intr. [der. di sciame] (aus. avere e essere). – 1. Formare uno sciame, da parte di un gruppo d’individui di una colonia di insetti sociali (soprattutto api, ma anche formiche e termiti) che si allontanano dal proprio nido per fondare una nuova colonia (v. sciamatura). Nell’uso com. e letter. anche con riferimento ad altri tipi di insetti: lo stesso ronzìo d’insetti sciamanti intorno ai ciuffi d’erba che invadevano tutto (De Roberto). 2. estens. e fig. Di persone, partire, spostarsi in massa, o in gruppi, allontanandosi dalla propria casa, dal proprio paese o da altro luogo: la diaspora costrinse intere popolazioni a sc. in diversi continenti; la vita dura del capo di famiglia, investito pro-tempore della proprietà del fondo avito, ha consentito agli altri figli di sc. nel mondo, di creare nuove famiglie (Einaudi); con senso più generico, uscire o spostarsi in gran numero, prendendo direzioni diverse o anche una stessa direzione, con movimento per lo più vivace o agitato: passavano in gruppo dei bambini che si rincorrevano sciamando verso la scuola (Palazzeschi); dopo la partita, la folla cominciò a sc. fuori dallo stadio; anche di veicoli o altri mezzi di trasporto: finito il raduno, le vetture sciamarono strombazzando per le vie; immense azzurrità adriatiche dove le vele arance sciamavano (D’Annunzio).