sciita
scïita agg. e s. m. e f. [der. dell’arabo shī῾ī «che è del partito (der. di shī῾a «partito») di Alì e dei suoi discendenti»] (pl. m. -i). – Relativo a sette musulmane la cui origine risale alle guerre civili del primo secolo dell’egira (7° d. C.); in opposizione alla tradizione sunnita, gli sciiti riconoscono come unico capo dell’intera comunità islamica l’imam (v. imam, n. 1), essere dotato di caratteri soprannaturali, unica guida e interprete infallibile dei testi sacri, e affermano che la qualità di imam possa aversi solo in Alì (cugino e genero di Maometto, e suo successore designato) e nei suoi discendenti in linea maschile, contestando la legittimità dei califfi omayyadi e abbasidi saliti al trono dopo Maometto. La maggioranza degli sciiti si trova in Iran (paese in cui la religione sciita è religione di stato), ma grandi comunità sciite esistono anche in Iraq, Yemen, Pakistan, Oman.