scivolo
scìvolo s. m. [der. di scivolare]. – 1. a. Sistema di trasporto per gravità, costituito da un piano inclinato, munito di bordi di protezione, lungo il quale si fa scorrere il materiale; l’inclinazione del piano, talora a struttura elicoidale, dal fondo in legno, calcestruzzo lisciato o altro, dev’essere commisurata al coefficiente d’attrito tra i materiali da far discendere e quello di cui è costituito lo scivolo per evitare eccessive velocità di discesa. b. Nei lavori a giorno delle miniere, canale inclinato ricavato nel terreno per far scendere, per gravità, i minerali abbattuti o ricavati in cantieri sovrastanti. c. Nelle foreste, sistema costruito con tronchi di albero giustapposti e in posizione inclinata lungo il pendio, che serve a far slittare a valle i tronchi abbattuti. d. Piano inclinato prossimo al mare, sul quale si fanno scorrere le imbarcazioni (specie quelle leggere da canottaggio) e gli idrovolanti per tirarli a secco o per metterli in mare. e. Piano inclinato, corredato di corrimano, ideato per consentire ai portatori di handicap di superare gli ostacoli fisici e le barriere architettoniche, rendendo più agevole l’accesso ai percorsi pedonali (marciapiedi) e agli edifici e ambienti tanto d’uso pubblico o di carattere collettivo-sociale (per es. scuole, musei, luoghi di spettacolo, stazioni ferroviarie e aeroportuali) quanto d’uso privato, secondo quanto disposto dalla legge 9 gennaio 1989, n. 13. 2. Impianto costituito da un canale metallico inclinato, talora conformato a curva nell’estremità inferiore per frenare la scivolata che si compie per cadere in acqua o sulla sabbia, e da una scaletta per salire nella parte alta (detto anche toboga); è usato in spiagge e piscine per tuffarsi nell’acqua, e in giardini e parchi attrezzati per giochi di bambini.