sconcezza /skon'tʃets:a/ s. f. [der. di sconcio]. - 1. [l'essere privo di decoro, di convenienza e sim.: s. nel vestire, nel parlare] ≈ impudicizia, indecenza, (non com.) laidezza, oscenità, scurrilità, turpitudine, volgarità. ↓ salacità, scabrosità. ↔ convenienza, decenza, decoro, pudicizia, pudore. ↑ castigatezza, castità, morigeratezza. 2. (estens.) [cosa o situazione riprovevole sotto l'aspetto morale: che s. questo sperpero del pubblico denaro!] ≈ indecenza, oscenità, (pop.) porcata, (fam.) porcheria, (fam.) schifo, sconcio, (non com.) turpitudine. ‖ scandalo, vergogna. ↔ capolavoro, meraviglia. 3. (estens.) [espressione o gesto volgare e indecente: smettila di dire sconcezze!] ≈ indecenza, (non com.) laidezza, oscenità, (pop.) porcata, (fam.) porcheria, (fam.) schifezza, (lett.) sconvenevolezza, sconvenienza, scurrilità, sozzeria, sudiceria, (non com.) turpitudine, volgarità.