scopo
scòpo s. m. [dal lat. tardo scopus, gr. σκοπός «bersaglio, scopo», cfr. σκοπέω e σκέπτομαι «guardare»]. – 1. a. ant. Bersaglio, punto a cui si mira: il tener dunque la mira continuamente indirizzata verso lo s. fa che il tiro va a ferir giusto (Galilei). In questa accezione il termine è ancor vivo nell’espressione falso s., anche scritta in una parola sola (v. falsoscopo). b. Parte mobile della mira usata nei rilievi topografici, formata da un quadrato, per lo più di legno dipinto a scacchiera in bianco e nero o bianco e rosso, che scorre sull’asta graduata. 2. fig. Risultato a cui si tende, ciò che costituisce il fine, il motivo di una certa azione, di un certo modo di procedere e sim.: avere uno s.; fare qualche cosa con uno s., senza uno s. preciso; conseguire, raggiungere lo s.; tendere, mirare a uno s.; perseguire tenacemente il proprio s.; si era proposto lo s. di rendersi presto indipendente dalla famiglia; fare una vita senza scopo, inutile, inconcludente; a che s. lo hai fatto?; è intervenuto al solo s. di aiutarti; fare qualche cosa a s. di lucro. Con sign. concr., cosa o persona che costituisce uno scopo, un fine, un obiettivo: i figli, gli studî sono l’unico s. della sua vita. 3. Imposta di scopo, imposta il cui gettito ha una particolare destinazione; resta cioè distinta dalle altre entrate affluenti al bilancio generale e può essere spesa soltanto per un determinato fine.