scorciare
v. tr. [lat. *excurtiare, der. di curtus «corto»] (io scórcio, ecc.). – 1. Rendere più corto, più breve, con riferimento allo spazio: s. un vestito; scorciarsi i capelli; con riferimento al tempo: s. la via; le fatiche e gli esercizi ... che abbattono il corpo in mille modi e scorciano la vita (Leopardi). Nell’intr. pron., scorciarsi, diventare più corto, più breve: in luglio le giornate già cominciano a scorciarsi. 2. a. In opere figurative, rappresentare in scorcio: s. una figura. b. In senso estens. e fig., rappresentare, parlando o scrivendo, in modo rapido ma vivace e incisivo: s. ambienti, paesaggi, interni, secondo lo spirito dello scrittore (Pancrazi). c. Come intr. pron., mettersi, apparire di scorcio: prospetti più o meno estesi, ma ricchi sempre e sempre qualcosa nuovi, ... secondo che questa o quella parte campeggia o si scorcia (Manzoni). ◆ Part. pass. scorciato, anche come agg.: una gonna scorciata; un carattere vivacemente scorciato. In araldica, attributo delle pezze onorevoli che non giungono a toccare con le loro estremità i bordi dello scudo.