scrittura
s. f. [lat. scriptūra, der. di scriptus, part. pass. di scribĕre «scrivere»]. – 1. Rappresentazione visiva, mediante segni grafici convenzionali, delle espressioni linguistiche: apprendere l’uso della scrittura. 2. a. L’insieme dei segni con cui tale rappresentazione viene realizzata e che viene storicamente denominato sia in base al sistema utilizzato: s. ideografica, pittografica, geroglifica, cuneiforme (v. ai singoli agg.), e in partic. s. alfabetica, che, introdotta nel sec. 15° a. C. dai Fenici, diede poi origine alla s. greca, etrusca e latina; sia in relazione a categorie grafiche più generali, per cui si distingue una s. maiuscola, nella quale le lettere sono comprese tra due linee parallele, e una s. minuscola, nella quale le lettere hanno il corpo e le aste ascendenti e discendenti delimitate da quattro linee parallele; sia, sempre nell’ambito delle scritture latine, in relazione all’ambiente culturale e al luogo che le ha prodotte e utilizzate: s. insulare, beneventana, carolina, capitale rustica, ecc.; sia secondo l’orientamento: s. destrorsa (come la scrittura alfabetica latina e le scritture indiane), sinistrorsa (come le scritture semitiche), bustrofedica (alternatamente destrorsa e sinistrorsa), che sono tutti e tre orientamenti orizzontali (ma esistono anche scritture verticali). Per la rappresentazione dei numeri, infine, si parla di s. posizionali, o di numerazione posizionale (v. numerazione, n. 1). b. In relazione al mezzo con cui i segni vengono rappresentati e resi leggibili: s. a mano, s. a macchina, s. elettronica (v. anche videoscrittura). c. Con riferimento al modo col quale vengono tracciati dalla mano di chi scrive: bella, brutta s.; s. chiara, nitida, leggibile, diritta, sicura, elegante; s. illeggibile, indecifrabile, contorta, incerta, rozza; riconosco la s. di mio padre; la tua è una s. non facile da imitare; analisi della s.; prov., chi non sa leggere la sua s. è un asino di natura. d. In tipografia, caratteri di s. (o assol. le scritture, s. f. pl.), i caratteri che imitano le calligrafie più tipiche (s. inglese, gotica, verticale, ecc.). 3. a. Atto, operazione dello scrivere: sala di s.; fare esercizio di s.; esercitarsi nella s.; la s. di una lettera, di una relazione, di un contratto. b. Più concretam., l’espressione scritta, in contrapp. a quella orale: affidare i proprî pensieri alla s.; la s. ci ha conservato il pensiero e le creazioni letterarie degli antichi. c. Con sign. più recente, ma poco com., l’atto e il fatto di scrivere con intenti artistici, la pratica dell’attività letteraria: dedicarsi alla s.; la s. lo ripaga di molte delusioni. d. Il modo di scrivere, in relazione non ai segni grafici adoperati ma alle particolarità formali che caratterizzano l’espressione scritta, che possono, ma non necessariamente, identificarsi con lo stile: aveva una s. involuta, ridondante, o asciutta, essenziale, ecc. 4. ant. e raro. Scritto, opera di argomento letterario, scientifico, o di qualsiasi altro genere. 5. In diritto, atto o documento nel quale si esprimono le rappresentazioni e le certificazioni di fatti e circostanze e le dichiarazioni di volontà, e dal quale l’ordinamento giuridico fa derivare una particolare efficacia probativa secondo la sua specifica natura e le caratteristiche formali: s. privata, documento predisposto direttamente dalla persona alla quale sono riferite le dichiarazioni in esso contenute, senza l’intervento di un pubblico ufficiale e la cui paternità è attestata dalla sottoscrizione; s. privata unilaterale, firmata da una parte sola; s. privata plurilaterale, firmata da più parti; s. privata autenticata, in cui la firma è stata autenticata da un notaio o da un altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato (e in ciò si differenzia dall’atto pubblico, che è interamente redatto da un pubblico ufficiale). 6. S. teatrale o cinematografica (o anche s. artistica, o assol. scrittura), contratto per il quale un impresario si assicura l’attività di un attore, di un cantante o, in genere, di personale artistico o ausiliario per una o più rappresentazioni teatrali, o per la produzione di un film o per altre manifestazioni artistiche: ottenere una s.; un attore a caccia di scritture. 7. In ragioneria, registrazione su libri, registri o anche su singoli fogli o schede, di atti e fatti amministrativi, di componenti patrimoniali, di impegni, rischi, previsioni, ecc.: metodo, sistema di scrittura. In senso concr.: a. Il documento stesso da cui risulta l’atto o il fatto amministrativo: tenere le s.; aggiornare le scritture. In partic.: s. contabili, quelle che rilevano i fatti amministrativi di un’azienda e la cui tenuta è obbligatoria per l’imprenditore (se regolarmente bollate e vidimate, costituiscono mezzi di prova sia a suo danno sia a favore); s. cronologiche, nelle quali i fatti amministrativi sono esposti in ordine di data; s. sistematiche, nelle quali i fatti amministrativi sono registrati secondo determinati argomenti; s. di iniziativa, compilate nella propria contabilità dalla sede o succursale, oppure dal correntista, che compiono l’operazione da rilevare; s. di conformità, redatte in contrapposizione alle scritture d’iniziativa da chi non ha compiuto l’operazione direttamente, ma è interessato in essa. b. Partita di banco e operazione di giro delle partite stesse. 8. Sacre S., i testi scritti allo scopo di raccogliere e fissare i fondamenti di una determinata religione, e come tali riconosciuti. In partic., nel mondo cristiano, Sacra S., o assol. la Scrittura (anche al plur., le S., le Sacre S.), la Bibbia: leggere, commentare la Sacra S.; così sta scritto nella S. o nelle Scritture. ◆ Dim. scritturétta, scritturina, entrambi poco com.; pegg. scritturàccia, calligrafia irregolare e poco leg-gibile.