scuotere
scuòtere (pop. o poet. scòtere) v. tr. [lat. tardo *exquŏtĕre, rifacimento del lat. excutĕre (comp. di ex- e quatĕre «scuotere»)] (io scuòto, ecc.; pass. rem. scòssi, scotésti, ecc.; part. pass. scòsso; fuori d’accento le forme senza dittongo [scotiamo, scotésti, scotèndo, ecc.] si alternano con le forme dittongate [scuotiamo, ecc.], che oggi tendono a prevalere, contro la tradizionale norma del dittongo mobile). – 1. a. Agitare, muovere, scrollare con violenza e con energia in senso orizzontale o verticale, o anche in tutti e due i sensi: le ondate scuotevano la barca; il vento scuote le cime degli alberi; s. un tappeto, una tovaglia, uno straccio; il terremoto scuoteva violentemente la terra; e assol.: l’aliscafo mi fa stare male, scuote troppo. Locuz. particolari: s. la testa, scrollarla in segno di dubbio, rifiuto, disapprovazione, o anche sopportazione, commiserazione; s. le spalle, alzarle, per manifestare disinteresse o indifferenza o anche insofferenza; s. il dito, muovere orizzontalmente l’indice in segno di rifiuto, oppure in su e in giù per esprimere rimprovero affettuoso o minaccia più o meno lieve. Riferito a persone, s. qualcuno, scrollarlo con forza, tenendolo per lo più per le spalle o per le braccia, spec. per svegliarlo o per fargli riprendere coscienza (anche fig., sollecitarlo per distoglierlo da uno stato di torpore, di pigrizia, di apatia); quindi, s. dal sonno, in senso proprio e, fig., dall’inerzia, dal letargo. Nell’intr. pron., scuotersi, sobbalzare, quasi esclusivam. di persone o animali: a quel rumore si scosse; scuotersi dal sonno, risvegliarsi di soprassalto; fig., scuotersi dal sonno, dall’inerzia, dal letargo, dal torpore. Meno com., sempre con uso fig., nel sign. di distogliere, dissuadere: nessuno riuscirà a scuotermi dal mio proposito. b. Con altro uso fig., mettere in agitazione: questo rumore continuo mi scuote i nervi, mi innervosisce; anche assol., turbare, sconvolgere, commuovere: ho assistito a una scena che mi ha scosso; quelle parole l’hanno scosso profondamente; è stato vittima di un incidente che l’ha scosso; o far perdere la calma, la serenità, l’indifferenza: non c’è niente che lo scuota; quello, non lo scuotono neppure le bombe!; come intr. pron., agitarsi, commuoversi, perdere la serenità e la calma: è un tipo che non si scuote mai; l’imputato non si è scosso neppure al momento della sentenza. 2. estens. a. Far cadere, rimuovere, allontanare scrollando: s. la polvere dai tappeti; s. le briciole dalla tovaglia; fig.: s. dal proprio animo ogni timore, ogni dubbio, ogni pregiudizio; scuotersi di dosso la depressione; s. il giogo, liberarsi dall’oppressione straniera, da un governo tirannico, dittatoriale, da una qualsiasi forma di dispotismo. b. ant. o letter. Rendere, lasciare privo di qualcosa: il verno ha scosso i boschi De le lor verdi chiome (T. Tasso); e fig.: Ché, quand’i’ sia di questa carne scosso, Sappia ’l mondo che dolce è la mia morte (Petrarca). ◆ Part. pass. scòsso, anche come agg. (v. la voce).