scure
(ant. scura; letter. secure) s. f. [lat. secūris, corradicale di secare «tagliare»]. – Attrezzo simile all’accetta, ma più grande, costituito da un ferro a taglio curvilineo o rettilineo, infisso in un lungo e robusto manico di legno, in modo che il taglio e l’asse del manico si trovino su uno stesso piano; viene in genere manovrata con due mani e serve per abbattere e dirozzare tronchi e per spaccare la legna, ma anticamente fu impiegata per diversi altri usi, e soprattutto come arma da guerra (s. d’armi), assumendo varia forma e grandezza a seconda dell’epoca e dei popoli da cui fu usata: lavorare di s.; abbattere un albero a colpi di s.; dirozzare un tronco con la scure. Locuzioni fig.: colpo di s., colpo decisivo, violento (a proposito di fatto o evento di cui si risente duramente l’effetto); è fatto con la s., pare tagliato con la s. (più com. con l’accetta), riferito a lavoro fatto in modo grossolano, tirato via, o a persona rozza, sgraziata; darsi la s. sui piedi (più com. la zappa), fare il proprio danno. Per estens., sempre in usi fig., assume talvolta il sign. di sanzione, punizione: la s. della legge, la s. del fisco; o anche quello di taglio, decurtazione su stipendî, preventivi di spese e sim.: la s. della legge finanziaria si è abbattuta sui lavoratori autonomi.