scusismo
s. m. (iron.) Il costume di scusarsi, di chiedere scusa. ◆ [tit.] Lo «scusismo» piacerebbe a [Leonardo] Sciascia? [testo] […] Chiedere scusa a Sciascia? Francamente non ne sentiamo il bisogno. Intanto ogni polemica va contestualizzata, e nell’epoca dell’assalto mafioso allo Stato è comprensibile che non si dosassero troppo le parole. […] A inaugurare l’era dello «scusismo» è stata la Chiesa cattolica, che con papa Wojtyla ha chiesto scusa a grandi perseguitati del passato come Galileo. Ma era gente che, per le sue idee, pagò un prezzo alquanto più elevato di qualche articolo velenoso. […] Eppure lo «scusismo» dilaga. (Riccardo Chiaberge, Sole 24 Ore, 7 gennaio 2007, p. 25, Domenica) • siamo tutti qui a batterci il petto, a vergognarci, a stracciarci le vesti in un esercizio tanto italiano quanto lo può essere l’arte dell’insulto: il senso di colpa. Si potesse coniare un nuovo -ismo, direi che siamo in un momento di grande e collettivo scusismo isterico. (Michele Dalai, Repubblica, 11 settembre 2007, Milano, p. VI).
Derivato dal s. f. scusa con l’aggiunta del suffisso -ismo.