secondare1
secondare1 v. tr. [dal lat. secundare «favorire», der. di secundus nel senso di «propizio, benevolo»: v. secondo1] (io secóndo, ecc.). – 1. ant. Seguire, venire dopo, tenere dietro: Poca favilla gran fiamma seconda (Dante); la sorella dolente e piangendo l’andava secondando quanto più potea lungo la riva del fiume (B. Castiglione); fig., seguire con la mente, con l’attenzione: Maraviglia udirai, se mi secondi (Dante). Per estens., accompagnare: Et un gran vecchio il secondava appresso (Petrarca). Raro con uso assol., venire come secondo: Tremaci quando alcuna anima monda Sentesi ... e tal grido seconda (Dante), il monte del Purgatorio trema quando un’anima se ne libera, e il movimento è accompagnato da un tale grido; più genericam., venire dopo altri, seguitare: Filomena, alla quale il re imposto aveva che secondasse, disse (Boccaccio). 2. Accompagnare, in partic. accezioni: s. un movimento, aiutarlo, guidarlo con la mano o sim.; poet.: Co’ molli contorni Delle forme [del corpo] che facile Bisso seconda (Foscolo), a cui il bisso si adatta seguendole e mettendole in rilievo. Solo ant. l’uso intr. nel sign. di cedere, consentire, piegarsi: Null’altra pianta che facesse fronda O indurasse, vi puote aver vita, Però ch’a le percosse non seconda (Dante). Più com. in senso fig., favorire, aiutare, compiacere, agevolare: s. le inclinazioni, le tendenze di una persona; s. i proprî istinti; s. gli sforzi, i capricci, i desiderî di una persona; i genitori lo secondano (più com. assecondano) in tutto; la fortuna l’ha sempre secondato; per tutte le istorie si vede, che gli uomini possono s. la fortuna e non opporsegli (Machiavelli); rise per s. il riso della donna (Jovine).