secondario
secondàrio agg. [dal lat. secundarius, der. di secundus «secondo» (agg.)]. – 1. Che viene come secondo, in ordine di tempo e di luogo, e, per estens., d’importanza (si contrappone ora a primario ora a principale): effetti principali e s.; qualità primarie e s. (per un sign. specifico dell’espressione in filosofia, v. qualità); un fatto s.; gli aspetti s. di un fenomeno; una via, una strada s.; insegnamento s., scuola s., che segue all’elementare o primaria, e apre l’accesso all’università; ferrovia s., non principale, di minore importanza, a traffico ridotto; caratteri sessuali s. (sviluppo delle mammelle, presenza di peli nel volto, timbro della voce, ecc.); un problema di s. importanza, e assol. una questione s., non fondamentale, non principale. Con valore neutro in funzione di predicato: importa soprattutto provvedere alla salute pubblica, tutto il resto è s.; che tu ci creda o no, è per me del tutto secondario. 2. Con usi e sign. più particolari nelle varie discipline: a. In botanica, struttura s. del caule e della radice, quella che, dopo la formazione di una struttura primaria, prende origine per attività dei meristemi secondarî (per es., il cambio interfascicolare), che formano nuovi tessuti, detti secondarî, determinando un accrescimento diametrico del fusto e della radice. Parete s. delle cellule, quella che si origina all’interno della parete primaria per ispessimento tipicamente centripeto che varia a seconda dei tessuti: minimo nei parenchimi e massimo nello sclerenchima; la formazione della parete secondaria può realizzarsi con modalità diverse, per cui si possono originare ispessimenti caratteristici, come per es. quelli anulari o spiralati delle trachee, oppure areole prive di parete secondaria, le punteggiature; nella parete secondaria, che è originariamente costituita da una maggiore quantità di cellulosa e un minore contenuto di polisaccaridi non cellulosici rispetto alla parete primaria, l’ispessimento può accompagnarsi a modificazioni chimiche della parete, come lignificazione, suberificazione, ecc., in rapporto alle diverse funzioni dei tessuti adulti. Con accezione più generica, si dice di organo, o parte di esso, sviluppatosi da altro organo simile (detto primario o principale): radice s., nervi s. delle foglie, ecc. In fitogeografia, di cenosi o formazione che ha avuto origine per intervento dell’uomo: macchia sempreverde secondaria. b. In chimica, detto di sale derivato da un acido con almeno tre ioni idrogeno, di cui due sono stati sostituiti da cationi, come, per es., il fosfato di sodio secondario (Na2HPO4). In chimica organica, sono così qualificati sia l’alcole contenente il gruppo caratteristico =CHOH, sia l’amina contenente il radicale bivalente =NH, sia l’atomo di carbonio che scambia due valenze con altri due atomi di carbonio (come, per es., l’atomo di carbonio centrale del propano). Con sign. più generico, di reazione che avviene simultaneamente a un’altra, detta principale, e che trasforma parte delle sostanze reagenti in prodotti (prodotti s.) diversi da quelli principali. c. In economia, attività, produzione s., l’attività, la produzione manifatturiera e industriale, in confronto a quella agricola, detta primaria; settore s., quello comprendente le industrie di trasformazione in senso ampio (v. settore, nel sign. 3). d. In fisica, di qualsiasi fenomeno determinato da un effetto primario o che si accompagni a un effetto di maggiore interesse o importanza: la deviazione verso est di un grave è, rispetto alla sua caduta verticale, un fenomeno secondario. In elettromagnetismo, circuito s. (o circuito indotto, o assol. il secondario, sostantivato) è il circuito in cui si manifesta la corrente indotta da un circuito inducente (primario); per es., in un trasformatore, è quello dei due circuiti che fornisce ai carichi utilizzatori la potenza, opportunamente trasformata nei fattori tensione e intensità di corrente, proveniente dal circuito primario. Nella radiazione cosmica, radiazione s., quella prodotta nell’atmosfera dalla radiazione primaria che giunge dallo spazio; nei processi a cascata (reazioni a catena, sciami, ecc.), particelle s., le particelle prodotte nelle interazioni della cascata. e. In meteorologia, depressione s., limitata zona di bassa pressione che si manifesta talora ai margini di una zona di alta pressione relativamente estesa. f. In geologia, èra s., o assol. il Secondario s. m., sinon. di èra mesozoica. g. In linguistica, in una parola polisillabica che possiede già un accento su una determinata sillaba (accento principale), è detto accento s. l’accento che interessa un’altra sillaba, e che, senza raggiungere l’intensità dell’accento principale, la mette in risalto (per es., la parola terremoto ha l’accento principale sulla penultima sillaba, e l’accento secondario sulla prima sillaba; nelle parole di cinque o più sillabe possono esserci due accenti secondarî: per es., prepotentemente ha l’accento principale sulla penultima sillaba, e due accenti secondarî sulla prima e sulla terza sillaba). Nelle trascrizioni fonetiche questo tipo di accento è segnalato da un apice in basso che precede la sillaba interessata. Composto s. (o terziario), composto di secondo (o terzo) grado, cioè quello di cui un componente è già una parola composta: per es., l’ital. reimmettere, disimpegnare (nel senso di ritirare un oggetto dato in pegno), dove immettere è già composto di in-+ mettere, e impegnare di in- + pegno; un esempio di composto terziario è il gr. κατεξανάστασις «resistenza» (comp. di κατά e ἐξανάστασις, a sua volta composto di ἐξ e ἀνάστασις, composto a sua volta di ἀνά e tema di ἵστημι). Significato s. di una parola, quello venuto dopo, acquisito cioè dalla parola in un tempo successivo (o anche, in genere, significato meno importante). h. In sintassi, proposizione s. (o dipendente, o subordinata; anche come s. f., una secondaria), quella che dipende da una principale. i. In medicina, di stato o processo o fenomeno morboso conseguente ad altro evento patologico (es.: anemia s. ad emorragia) oppure a insorgenza tardiva rispetto a un altro fenomeno analogo, più precoce. l. In petrografia, roccia s., roccia sedimentaria formata da minuti frammenti derivati dall’erosione di altre rocce preesistenti, dette primitive. m. In zoologia, penne s., quelle del piumaggio degli uccelli che sostituiscono le primarie e che si rinnovano con le mute per un processo di rigenerazione fisiologica; con altra accezione, penne remiganti s., quelle portate dall’«avambraccio» e costituenti la parte principale del ventaglio dell’ala, ma più piccole, più numerose e meno potenti delle primarie. Branchie s., strutture accessorie deputate alla respirazione, che compaiono in alcuni gruppi di invertebrati acquatici, come per es. le branchie anali dei molluschi gasteropodi nudibranchi. Avv. secondariaménte, in secondo luogo, come fatto meno importante: innanzitutto il progetto mi sembra difficilmente realizzabile, e secondariamente poco conveniente; in un secondo tempo, come fatto successivo: sono tessuti che non provengono direttamente dall’embrione, ma compaiono secondariamente.