segregazione
segregazióne s. f. [dal lat. tardo segregatio -onis, der. di segregare (v. segregare); il sign. 1 b è un calco semantico dell’ingl. segregation; i sign. del n. 2 sono ricalcati sul fr. ségréger «separare una parte dalla massa, dal tutto»]. – 1. a. L’atto, il fatto di segregare, di essere segregato, o di segregarsi: s. di malati contagiosi (in medicina, oggi si preferiscono i termini isolamento, contumacia e sim.); vive da anni in s. volontaria nella sua isoletta nativa. In partic., s. cellulare, aggravamento nella esecuzione di una pena detentiva, consistente in un particolare isolamento, con speciali misure restrittive e afflittive, del detenuto nella cella. b. S. razziale, separazione delle razze, soprattutto come sistema applicato da governi razzisti in alcune nazioni a popolazione mista, per tenere separato l’elemento di colore da quello bianco (nei quartieri d’abitazione, in luoghi di ritrovo, in esercizî e servizî pubblici), operando forti discriminazioni dell’uno in favore dell’altro sul piano dei diritti politici e civili (accesso a professioni e cariche pubbliche, alla frequenza di scuole, ecc.); la locuz. equivale all’afrikaans apartheid (v.), istituto formalmente abolito in Sud Africa nel 1991 e sostituito da una completa parità politica tra bianchi e neri, sancita dal voto a suffragio universale (1994). c. In antropologia culturale, s. iniziatica, il periodo in cui i giovani – ragazzi e ragazze – prima di essere riconosciuti socialmente adulti, vengono segregati per un periodo più o meno lungo (giorni, mesi o anche qualche anno) durante il quale sono sottoposti a severa disciplina per l’apprendimento della cultura tradizionale e delle norme di comportamento, periodo culminante nel rito di passaggio (v. passaggio, n. 4 a) che comprende una prova fisica dolorosa, normalmente la circoncisione per i ragazzi, la clitoridectomia per le ragazze, da affrontare con stoicismo per testimoniare alla comunità la capacità «adulta» di sostenere il dolore e di superare le difficoltà della vita; presso gli Indiani dell’America Settentr. consisteva in un periodo di isolamento individuale in cui il giovane con il digiuno e la mortificazione imparava ad ottenere la «visione», ossia il contatto con uno spirito che avrebbe poi continuato a consultare, sempre con lo stesso metodo di isolamento e di mortificazione, durante il resto della vita. 2. Con sign. più generico, separazione, che si specifica ulteriormente con accezioni proprie in alcune discipline: a. In genetica, legge della s., una delle leggi di Mendel (v. mendeliano) secondo cui, durante la gametogenesi di un organismo sessuato, ogni coppia di cromosomi omologhi (con i relativi geni e alleli) si separa in modo tale che, al termine del processo, in ogni gamete sia presente solo un membro della coppia; s. del carattere, la modalità secondo cui un carattere viene trasmesso, nelle generazioni, in base alla suddetta legge. b. In petrografia, s. magmatica, processo per cui, durante la consolidazione di un magma fuso, taluni minerali, spec. metallici, si concentrano, cristallizzandosi per primi, in determinate parti della roccia costituendo giacimenti minerarî (giacimenti di s. magmatica) talora utili. S. (o differenziazione) metamorfica, processo per cui, da una massa di composizione omogenea, si scindono porzioni di composizione diversa che, sommate assieme, danno ancora la composizione di partenza, mentre la roccia assume un aspetto laminato, venato o macchiettato. c. In metallurgia, fenomeno (detto anche liquazione) che può aversi nella solidificazione di leghe metalliche: consiste nell’infiltrazione, tra i cristalli del metallo che solidifica per primo, di liquido avente minor temperatura di fusione, presente in eccesso e che, imprigionato nella corteccia metallica, rimane (per effetto di variazioni di volume o altre ragioni) sottoposto a pressione. S. negativa (o inversa), il fenomeno dell’accumulazione di metallo quasi puro nella parte bassa centrale di un lingotto, dovuto alla precipitazione di piccoli cristalli che, solidificati per primi, vi si radunano a causa del peso specifico più elevato di quello del liquido originario.