semimaggioritario
(semi-maggioritario), agg. Che fonde meccanismi propri dei sistemi elettorali maggioritario e proporzionale; solo in parte maggioritario. ◆ Infine, [Marco Follini] ingiunge al Cavaliere di accantonare il sistema semimaggioritario e di reintegrare quello proporzionale. (Vittorio Feltri, Libero, 11 luglio 2004, p. 2, Anzitutto) • Il merito di aver portato la Scienza politica in Italia è tutto di Giovanni Sartori, impareggiabile maestro di teoria dei partiti e dei sistemi di partito, che ne è stato il caposcuola, e sull’insegnamento del quale uscirà nei prossimi mesi un volume che raccoglie i saggi presentati al Convegno di Bologna del maggio 2004 per i suoi felici ottant’anni. Se la nostra classe politica lo avesse ascoltato (lo ascoltasse) non avremmo, come sistema elettorale, il Mattarellum (la definizione è dello stesso Sartori), cui si deve il nostro sistema semi-maggioritario, che moltiplica, invece di ridurre, il numero dei partiti, produce eterogenee coalizioni «di guerra» (solo per vincere le elezioni), invece che «di governo» (per fare, una volta vinte le elezioni). (Piero Ostellino, Corriere della sera, 22 gennaio 2005, p. 13, Cronaca) • In un sistema semimaggioritario, in cui i partiti hanno indicato il leader della coalizione per ottenere il premio di maggioranza, la scelta del premier da parte del capo dello Stato non ha nulla di discrezionale. (Giulio Anselmi, Stampa, 12 aprile 2006, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal s. m. e agg. maggioritario con l’aggiunta del prefisso semi-.
Già attestato nella Repubblica del 22 novembre 1990, p. 17 (Sebastiano Messina).