senso comune
sènso comune locuz. usata come s. m. [dal lat. sensus communis]. – 1. Espressione filosofica, che traduce il greco di Aristotele κοινὴ αἴσϑησις «sensazione comune», con cui si designa l’atto percettivo che fonde in unità i dati dei varî organi di senso, riferendoli all’unico oggetto da cui sono determinati (sinon. perciò di sensorio comune: v. sensorio e cenestesi). 2. Filosofia (o scuola) del senso comune, la dottrina elaborata dalla Scuola scozzese (v. scozzese), che postula l’esistenza di una speciale facoltà, il senso comune appunto, istinto originario con cui la mente umana riconoscerebbe in maniera intuitiva e immediata i principî fondamentali della conoscenza (in partic., la nozione della realtà esterna), della morale (per es. il principio della libertà dell’agire) e della religione (per es. l’idea dell’essere divino), che sarebbero così sottratti tanto alla dimostrazione quanto alla critica della ragione. 3. Nell’uso corrente, la normale intelligenza delle cose, che sarebbe comune a ogni individuo equilibrato, e più genericam. il modo d’intendere e di giudicare che sarebbe proprio della maggior parte degli uomini: il senso comune è un giudizio senz’alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione o da tutto il genere umano (Vico); quindi anche buonsenso: è un discorso privo di senso comune; la sua affermazione contrasta con il senso comune; in qualche caso però senso comune può distinguersi da buonsenso o addirittura contrapporglisi (cfr. il passo del Manzoni citato sotto buonsenso). In frasi negative, validità logica: fai dei discorsi che non hanno (o sono senza, sono privi di) senso comune, illogici, assurdi.